Un team di ricercatori dell’Università di Kyoto ha compiuto un passo decisivo nella lotta al Parkinson, malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Grazie a un innovativo trapianto di neuroni coltivati in laboratorio, quattro pazienti su sei hanno registrato un miglioramento motorio superiore al 20% senza assumere farmaci — un risultato senza precedenti.
La svolta delle cellule staminali pluripotenti (iPS)
La terapia utilizza cellule staminali riprogrammate (iPS) per generare neuroni produttori di dopamina, le stesse cellule cerebrali che il Parkinson distrugge progressivamente. A differenza dei trattamenti farmacologici che compensano la carenza di dopamina, questa tecnica rigenera le reti neurali danneggiate dall’interno, agendo direttamente sulla causa della malattia.
Risultati dello studio clinico
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7 pazienti trattati, 6 valutabili dopo 12 mesi
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4 casi con miglioramenti motori >20% (scala UPDRS)
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0 effetti collaterali gravi registrati
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Efficacia dimostrata anche in assenza di terapia farmacologica
Perché è rivoluzionario?
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Approccio rigenerativo: non maschera i sintomi, ma ripara i danni cerebrali.
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Personalizzazione: le cellule vengono generate dal sangue del paziente, riducendo il rischio di rigetto.
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Scalabilità: la produzione di iPS è standardizzabile, aprendo la strada a terapie accessibili.
Prossimi passi
I ricercatori stanno già pianificando studi di Fase 3 su larga scala. Se confermati, questi risultati potrebbero portare all’approvazione della terapia entro il 2027. Intanto, l’équipe sta testando protocolli per estendere il trattamento ad altre malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer.
Impatto globale
Con oltre 10 milioni di malati nel mondo, questa scoperta rappresenta un cambiamento di paradigma: per la prima volta, arrestare (o addirittura invertire) il decorso del Parkinson non è un’ipotesi, ma un traguardo concretamente raggiungibile. La speranza per il Parkinson non è più solo teorica: sta crescendo, cellula dopo cellula.
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