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Nuova variante Covid in circolazione: ecco i sintomi di LP.8.1



Negli ultimi tempi, in Asia si è osservata una crescita marcata dei contagi da SARS-CoV-2 attribuiti alla variante LP.8.1. Tra i Paesi più colpiti figurano Singapore e Hong Kong, dove i numeri sono cresciuti in modo significativo. Secondo Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, questa recrudescenza è legata a vari fattori, tra cui un calo dell’immunità dovuto al tempo trascorso dalla somministrazione dei vaccini.



L’esperto ha spiegato all’Adnkronos che le principali preoccupazioni riguardano i Paesi con bassi tassi di vaccinazione. “A Singapore c’è stato un raddoppio dei casi, parliamo di uno Stato dove in passato si è vaccinato molto. Se questa variante dovesse colpire l’India, un Paese dove invece si è vaccinato pochissimo contro il Covid, sarebbe un bel problema”, ha dichiarato Bassetti. Ha inoltre sottolineato l’importanza di monitorare la situazione nelle prossime settimane per valutare l’evoluzione del fenomeno.

La variante LP.8.1 non è una scoperta recente. Identificata per la prima volta nel luglio 2024, ha cominciato a diffondersi rapidamente tra marzo e aprile 2025, diventando dominante in diverse regioni del mondo, tra cui Stati Uniti e Regno Unito. Appartenente al lignaggio JN.1 della famiglia Omicron, questa variante deriva dalla KP.1.1.3, che a sua volta si era sviluppata da JN.1, responsabile di importanti ondate pandemiche tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.

Secondo un articolo pubblicato sulla rivista scientifica The Conversation, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha classificato LP.8.1 come “variante sotto monitoraggio” a gennaio 2025. Questo status indica che il virus ha subito nuove mutazioni genetiche che potrebbero facilitarne la diffusione e rappresentare un rischio maggiore per la salute pubblica.

Un aspetto distintivo della variante LP.8.1 riguarda le nove mutazioni identificate nella proteina spike, che consente al virus di penetrare nelle cellule dell’organismo umano. Uno studio pubblicato su The Lancet ha analizzato i dati provenienti dai Paesi dove la variante si sta diffondendo e ha evidenziato che LP.8.1 potrebbe avere una maggiore capacità di trasmissione rispetto alla variante XEC. Tuttavia, la sua infettività rimane inferiore rispetto alla variante JN.1 da cui ha avuto origine.

Per quanto concerne i sintomi, non sembrano esserci differenze significative rispetto a quelli causati da altre varianti in circolazione. Inoltre, secondo l’Oms, il rischio aggiuntivo per la salute pubblica globale legato a LP.8.1 è stato valutato come “basso” in un comunicato stampa emesso a febbraio 2025.

Sul fronte vaccinale, le attuali formulazioni sembrano essere efficaci contro questa variante sia per prevenire malattie sintomatiche che gravi. L’Oms ha infatti sottolineato che “la fuga immunitaria di LP.8.1 è paragonabile a quella della variante XEC, che ha dimostrato una fuga immunitaria limitata dai vaccini di richiamo mRNA JN.1 o KP.2”.

In conclusione, mentre la situazione in Asia richiede un’attenta osservazione, non ci sono al momento segnali di allarme globale legati alla variante LP.8.1. Tuttavia, il monitoraggio continuo e una campagna vaccinale adeguata rimangono essenziali per mitigare eventuali rischi futuri legati alla diffusione del virus.



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