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Nuovo caso Brunetta: i dirigenti Arera alzano i propri stipendi di 70mila euro all’anno



Si ripete lo stesso copione polemico, con un’altra Autorità indipendente al centro della bufera. Dopo il caso Brunetta al CNEL, è ora il turno dell’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). I vertici uscenti dell’organismo hanno approvato un aumento dei propri compensi di circa 70.000 euro lordi all’anno, una mossa definita da più parti un “regalo di Natale indecoroso” fatto a se stessi con i soldi dei contribuenti.



La decisione, rivelata da Il Messaggero e confermata da una delibera del 25 novembre, arriva a pochi giorni dalla fine del mandato del presidente Stefano Besseghini e dei commissari in scadenza. Un tempismo che ha alimentato le critiche, facendo parlare di un “blitz in stile Brunetta”. Il nuovo collegio, nominato dal Consiglio dei Ministri a inizio novembre e guidato da Nicola dell’Acqua, attende solo le formalità per subentrare.

Il presupposto giuridico è la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso luglio, che ha eliminato il tetto retributivo di 240.000 euro per i dirigenti pubblici di alto livello. Sulla base di questa pronuncia, il presidente e i commissari Arera hanno stabilito di retrodatare l’aumento ad agosto 2024, spalmandolo fino a dicembre 2025. Nella pratica, si tradurrebbe in un incremento di circa 2.800 euro al mese per ciascuno di loro.

Una dinamica che ricorda da vicino quanto accaduto con l’ex ministro Renato Brunetta. All’inizio di novembre, il presidente del CNEL aveva aumentato il proprio stipendio a 310.000 euro annui, per poi fare marcia indietro di fronte alle feroci polemiche politiche e alla definizione di “inopportuna” da parte della stessa premier Giorgia Meloni. Brunetta si è poi attestato sui precedenti 250.000 euro.

Le reazioni politiche all’aumento in Arera sono state immediate e durissime. Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi e Sinistra) lo ha definito “un bel ceffone nei confronti del Paese”, sottolineando il paradosso di un’Autorità che “non è riuscita affatto a tutelare le bollette” mentre aumenta i propri compensi. La senatrice Raffaela Paita (Italia Viva) ha parlato di “schiaffo al buon senso e a quelle famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese”.

L’Arera, per parte sua, si è giustificata dichiarandosi in attesa di chiarimenti dal Ministero della Pubblica Amministrazione, guidato da Paolo Zangrillo, su come applicare la sentenza della Consulta. Tuttavia, come Autorità indipendente, non è formalmente vincolata alle direttive ministeriali, un dettaglio che lascia spazio all’autonomia decisionale ma anche alle polemiche.



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