Negli ultimi tempi, storie che raccontano il legame uomo-animale stanno catturando l’attenzione e il cuore di molti. Un caso che ha toccato il pubblico è quello di Barbara Guerra, la cui diagnosi precoce di una patologia seria è arrivata anche grazie all’intuito del suo cane. Questo episodio è solo l’ultimo di una serie che mostra quanto il rapporto con gli animali domestici sia diventato profondo e determinante nella vita delle persone.
Una vicenda simile, e particolarmente virale, è quella di Peep, una golden retriever di quattro anni la cui proprietaria, l’influencer trevigiana Giada Smania (nota come “Vaccapower”), ha lanciato un appello commovente. A Peep è stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, un tumore del sangue molto aggressivo. Per coprire le costose cure, una chemioterapia dal valore di 2.900 euro, Giada ha avviato una raccolta fondi online.
La risposta della comunità digitale è stata incredibile: in poche ore sono stati raccolti 15.000 euro, grazie a 1.685 donazioni, con una media di circa dieci euro a testa. Una mobilitazione sociale così rapida ed efficace dimostra il potere dei social network nel generare solidarietà attorno a storie che toccano le corde emotive.
Tuttavia, questa esplosione di generosità ha anche acceso un dibattito più ampio sui valori della società contemporanea. Don Andrea Forest, direttore della Caritas di Vittorio Veneto, pur riconoscendo la bellezza di questi gesti, invita a una riflessione. «Mi colpisce positivamente l’intensità degli affetti di oggi», ha dichiarato, «ma a volte si perde la gerarchia dei valori. Mi chiedo quante persone in difficoltà, specialmente durante l’emergenza freddo o chi è senza una casa, potrebbero essere aiutate con una somma del genere».
La sua perplessità etica non è un giudizio, ma un invito a considerare le priorità. «La vita di un cane – o il prolungamento di qualche mese della sua vita – può essere sullo stesso piano di un bisogno umanitario urgente? Con uno sguardo razionale che ponga al centro il valore della persona, emerge una domanda legittima».
Secondo don Forest, parte della spiegazione di questa empatia immediata verso gli animali risiede nella natura stessa della relazione. «Il rapporto con un animale è spesso meno impegnativo, più gratificante e immediato. Con un essere umano c’è più complessità, più fatica. Questo spiega, almeno in parte, perché certe storie facciano scattare una reazione così forte».
Il direttore della Caritas osserva anche come la nostra epoca sia caratterizzata da reazioni intense ma spesso effimere. «Viviamo di emozioni virali, spinte dai social. La costanza non è di questo tempo. Sarebbe bellissimo se a questa onda di emozione seguisse un impegno più stabile, capace di occuparsi anche delle tante povertà silenziose e meno visibili».



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