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Oltre ogni logica: un giornale propone Zelensky per il Nobel per la pace, l’Europa si accoda



La proposta avanzata nuovamente dal quotidiano “Il Foglio” e dal suo direttore Claudio Cerasa, relativa alla candidatura di Volodymyr Zelensky al Premio Nobel per la Pace, accompagnata dall’idea di organizzare una visita unitaria a Kiev quale segnale di sostegno politico e morale all’Ucraina, ha riacceso un acceso dibattito nel contesto politico italiano.



Il nome di Zelensky, infatti, rientra da tempo tra i candidati più discussi per il riconoscimento, specialmente dall’inizio del conflitto russo-ucraino. Questo premio, ambito da numerose personalità – incluso il presidente statunitense Donald Trump – viene annualmente assegnato a figure o organizzazioni che si sono distinte per il loro impegno a favore della pace.

La proposta di “Il Foglio” ha trovato accoglienza diversificata all’interno delle forze politiche italiane, con particolare enfasi sulle divisioni nel centrosinistra. Le forze riformiste hanno espresso entusiasmo, mentre altre componenti del Partito Democratico si sono mostrate più caute. Il Movimento 5 Stelle, invece, non ha rilasciato dichiarazioni in merito, mantenendo la propria posizione ambigua sulla questione ucraina.

Tra i sostenitori più espliciti dell’iniziativa si distingue Carlo Calenda, leader di Azione, il quale non solo ha aderito con convinzione alla candidatura di Zelensky, ma ha anche proposto un viaggio collettivo a Kiev, coinvolgendo i principali leader del centrosinistra, tra cui Elly Schlein, Matteo Renzi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Calenda ha sottolineato come tale partecipazione rappresenterebbe una riaffermazione dei valori storici della resistenza, oggi incarnati nella difesa di Kiev.

Nel Partito Democratico, la proposta ha generato un vivace confronto. Paolo Gentiloni ha dichiarato che “democrazia, libertà e pace non sono concetti separabili e oggi sono sotto attacco; Zelensky sta facendo più di chiunque altro per difenderli”. Anche il senatore Filippo Sensi si è pronunciato a favore, definendo Zelensky il simbolo stesso della pace, in quanto disposto a rischiare la propria vita contro l’inevitabilità del male.

Tuttavia, vanno segnalate anche posizioni più prudenti: l’eurodeputato Giorgio Gori, pur condividendo lo spirito dell’appello, ha sottolineato l’importanza di rafforzare il sostegno concreto all’Ucraina, piuttosto che moltiplicare i gesti simbolici. Di particolare rilievo è il silenzio mantenuto finora dalla segretaria del PD, Elly Schlein, la quale potrebbe attendere l’evolversi del dibattito prima di prendere una posizione definitiva, onde evitare ulteriori divisioni interne e tensioni con il Movimento 5 Stelle, che mantiene una linea più critica nei confronti di Kiev.

Infine, si segnala che anche i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, non si sono ancora espressi sulla questione. In conclusione, la discussione appare tuttora aperta e riflette la complessità del quadro politico italiano in relazione al conflitto ucraino e alla gestione dei simboli internazionali di pace.



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