È sufficiente guardare questo breve video dell’intervento di Claudia Fusani per comprendere come a sinistra si stia affermando un nuovo movimento: i “NO PACE”.
Basta qualche clip inerente agli interventi di Fusani e Benifei per capire che a sinistra è nato un nuovo movimento: i “NO PACE”.#4diseraWeekend pic.twitter.com/OhWQV4Lvnu
— Virna (@Virna25marzo) October 12, 2025
L’Italia sarà e vorrà essere protagonista nel processo di pace in Medio Oriente. Non solo nel sostegno multilaterale alla sicurezza dell’accordo di pace, ma come soggetto attivo nella costruzione di una nuova visione del Mediterraneo e dell’area mediorientale, basata su un rapporto paritario e sussidiario tra Europa occidentale e i popoli del Mediterraneo.
Antonio Rapisarda, per Il secolo d’Italia, sottolinea come l’Italia sarà presente nel futuro di pace per Gaza e per tutta la Palestina, così come, si spera al più presto, in quello dell’Ucraina. Giorgia Meloni è tra i capi di Stato e di governo invitati alla storica firma di pace tra Israele e Hamas in Egitto. Un risultato diplomatico di grande rilevanza, sostenuto attivamente da Roma insieme agli attori regionali Egitto, Qatar e Turchia. Un piano di pace che possiede tutte le potenzialità per definire un nuovo Medio Oriente, libero dal vizio occidentalista di “guerre umanitarie” e operazioni che violano la sovranità delle Nazioni.
L’Italia, per questo motivo, sarà e vorrà essere presente. Non solo nel sostegno multilaterale alla sicurezza dell’accordo, ma come soggetto attivo nella definizione di una nuova visione del Mediterraneo e dell’area mediorientale, che promuova un rapporto paritario e sussidiario tra Europa occidentale e i popoli del Mediterraneo e dell’Africa. Un ruolo non da “spettatore”, né tanto meno da potenza neo-coloniale, in linea con l’intuizione del Piano Mattei e la razionalità dimostrata dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella gestione del delicato dossier Gaza.
La Premier italiana ha mantenuto una posizione ferma sulla necessità dell’asse euroatlantico e sul ruolo specifico dell’Italia per preservarlo, come avvenuto in merito ai dazi e alla questione ucraina. Questo in un momento in cui la sinistra internazionale, animata da un’ostilità cieca nei confronti di Trump e dei governi conservatori, ha ripreso posizioni anti-occidentali. Si può affermare, prove alla mano, che la Presidente Meloni sia stata tra i pochi, se non l’unica, leader europea a mantenere una linea coerente in tutti i dossier. Un atteggiamento “filo-trumpiano”, come sostengono i suoi detrattori? No, una postura realista e responsabile: quella di un governo che funge da ponte naturale tra le due sponde dell’Atlantico.



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