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Portiere 19enne massacrato da baby gang a Foggia: un’aggressione senza senso “Calci e pugni, senza alcun motivo. È un incubo.”



Un episodio di violenza insensata ha scosso la comunità di Foggia, dove Andrea Tigre, un portiere di 19 anni della squadra di calcio Foggia Incedit, è stato brutalmente aggredito da un gruppo di ragazzi. L’incidente è avvenuto venerdì sera in Piazza Mercato, nel centro storico della città. Andrea, studente di medicina e calciatore, stava semplicemente camminando quando è stato avvicinato da un giovane di età compresa tra i 14 e i 15 anni, che lo ha insultato senza motivo apparente. Questo insulto ha dato il via a un attacco violento da parte di un vero e proprio branco di adolescenti.



La violenza si è intensificata rapidamente, con Andrea che è stato colpito ripetutamente con calci e pugni, anche dopo essere caduto a terra. Le ferite subite erano così gravi da richiedere il ricovero in ospedale e un intervento chirurgico. La scena ha lasciato il giovane con il volto gravemente ferito, trasformato in una “maschera di sangue”.

La famiglia di Andrea è stata profondamente colpita dall’accaduto. Il padre del ragazzo ha denunciato pubblicamente l’aggressione, sottolineando l’assurdità dell’episodio. “Non me lo meritavo. Non ho fatto nulla”, ha continuato a ripetere Andrea al padre, esprimendo la sua incredulità di fronte a una violenza così ingiustificata. Il padre ha aggiunto: “Stiamo andando incontro purtroppo ad un mondo cattivo. I valori si stanno perdendo. Ci sono sempre più giovani, soprattutto ragazzini che, inconsapevolmente, non sanno nemmeno le conseguenze di ciò che fanno”. Ha anche evidenziato l’importanza di portare questi ragazzi a confrontarsi con la realtà, esprimendo la propria preoccupazione per la sicurezza del figlio e per il suo recupero.

L’aggressione ha suscitato un’ondata di solidarietà nei confronti di Andrea. La sua società sportiva e molte altre realtà locali hanno espresso il loro sostegno al giovane portiere. Il club ha descritto Andrea come “ragazzo impeccabile dentro e fuori dal campo, nostro atleta cresciuto nella Juniores rossoblù e titolare in prima squadra da due stagioni”.

Le autorità locali hanno reagito all’accaduto con fermezza. L’assessore alla Sicurezza del Comune di Foggia ha dichiarato che non lasceranno che episodi di questo tipo restino impuniti. Ha invitato i genitori dei membri della baby gang a “costituirsi immediatamente, accompagnando i propri figli presso le forze di polizia per autodenunciarsi ed iniziare percorsi di recupero che possano cambiare un futuro altrimenti già segnato da violenza e devianza”.

L’assessore ha proseguito affermando: “Siamo certi che le forze dell’ordine e la magistratura faranno tutto quanto in loro potere per individuare i colpevoli, dimostrare la forza inflessibile dello Stato e assicurare alla giustizia questi giovani malviventi, affinché si possa intervenire immediatamente e con fermezza”. Ha concluso il suo intervento affermando che chi compie atti di violenza non è degno di chiamarsi foggiano, esprimendo la piena vicinanza alla vittima e alla sua famiglia.

Questo evento ha riacceso il dibattito sulla sicurezza e sulla crescente violenza tra i giovani. La comunità di Foggia si trova ora a dover affrontare le conseguenze di un atto così violento e insensato, chiedendosi come prevenire futuri episodi simili. La speranza è che la solidarietà mostrata nei confronti di Andrea possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica e a promuovere un cambiamento positivo tra i giovani della città.

Mentre Andrea continua il suo percorso di recupero, la comunità sportiva e i cittadini di Foggia si uniscono per chiedere giustizia e per garantire che simili atti di violenza non vengano mai più tollerati. La situazione rimane sotto osservazione, con le autorità locali pronte a prendere misure decisive per garantire la sicurezza dei cittadini e dei giovani in particolare.



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