Ewan Methven, un postino originario di East Kilbride, è stato condannato all’ergastolo con un periodo minimo di reclusione di 23 anni per aver brutalmente ucciso e decapitato la fidanzata Phoenix Spencer-Horn, di soli 21 anni. Il crimine, avvenuto lo scorso novembre nella loro abitazione a Glen Lee, ha sconvolto la comunità locale e ha portato a una sentenza severa da parte dell’Alta Corte di Glasgow.
Secondo quanto emerso durante il processo, l’aggressione è avvenuta il 16 novembre 2024, quando Phoenix, cameriera di professione, era rientrata a casa dopo il lavoro. La giovane è stata accoltellata 20 volte, di cui 10 al volto, utilizzando tre coltelli diversi. La motivazione scatenante sarebbe stata una discussione legata ai turni lavorativi della ragazza, che Methven considerava eccessivi e causa della sua solitudine.
Dopo aver commesso l’omicidio, Methven ha decapitato la vittima e ha tentato di smembrarne il corpo. Nei due giorni successivi al delitto, ha cercato di nascondere quanto accaduto, inviando messaggi alla madre della giovane per far credere che fosse ancora viva. In uno dei messaggi, inviato poco dopo l’omicidio, ha scritto: “Stiamo cenando”. Nel frattempo, ha acquistato droga, guardato video pornografici e continuato a comportarsi come se nulla fosse accaduto.
Il 18 novembre, due giorni dopo il crimine, Methven ha finalmente contattato i soccorsi, sostenendo che l’omicidio fosse avvenuto durante un episodio psicotico indotto dall’uso di cocaina, alcol e steroidi. Tuttavia, questa versione è stata smentita da un testimone che lo aveva visto quella sera in uno stato apparentemente lucido. Durante il processo, un fattorino ha dichiarato che il 27enne sembrava pienamente consapevole delle sue azioni.
La relazione tra Phoenix Spencer-Horn e il suo assassino durava da circa due anni ed era considerata solida dalla famiglia e dagli amici della vittima. Sui social media, la giovane aveva descritto Methven come la sua “anima gemella”. In uno dei suoi post su TikTok aveva scritto: “La vita è molto più bella e piena di colori con te”. Questo rende ancora più scioccante il tradimento da parte di colui che considerava il suo compagno di vita.
Durante la sentenza pronunciata dall’Alta Corte di Glasgow, il giudice ha usato parole dure nei confronti dell’imputato: “Eri un membro fidato della sua famiglia, ma hai tradito quella fiducia e le hai rubato la vita nel modo più crudele. Non contento di ciò che le avevi fatto, le hai rubato ogni dignità, decapitandola e cercando di smembrarla nel tentativo di vanificare gli scopi della giustizia. Hai commesso un crimine orribile”. Ha inoltre aggiunto: “Il modo in cui ha trattato questa giovane donna innocente dopo la sua morte ha fatto sì che la sua famiglia non abbia nemmeno avuto il conforto di dirle addio. Lei dà la colpa all’effetto delle sostanze, ma questa non è una scusa”.
Il caso ha sollevato un’ondata di indignazione non solo nella comunità locale ma anche a livello nazionale. La brutalità del gesto e il tentativo dell’imputato di eludere la giustizia hanno lasciato un segno profondo nella famiglia della vittima. I parenti di Phoenix Spencer-Horn hanno espresso il loro dolore per non aver potuto salutare dignitosamente la giovane donna, a causa delle condizioni in cui è stato trovato il suo corpo.
L’omicidio è stato descritto come uno dei crimini più efferati degli ultimi anni in Scozia, e la condanna all’ergastolo riflette la gravità delle azioni commesse da Ewan Methven. La famiglia della vittima spera che questa sentenza possa rappresentare almeno una parziale giustizia per la perdita devastante subita.
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