Il segretario della Difesa Usa Pete Hegseth e il presidente Donald Trump hanno tenuto un discorso frontale e chiaro davanti a centinaia di ufficiali militari riuniti a Quantico, in Virginia, delineando una svolta netta nella strategia americana verso la difesa e la guerra. Hegseth ha esordito con una franchezza militare: “Il nostro compito è prepararci alla guerra e vincerla”, sottolineando la necessità di azzerare “decenni di declino” e di abbandonare un approccio definito “naif e pericoloso”.
Ha affermato che il Pentagono non è più il Dipartimento della Difesa ma “il Dipartimento della Guerra”, puntando su una linea dura incentrata sulla sicurezza interna e sull’eliminazione di quello che ha definito un eccesso di “politicamente corretto” nelle nomine legate a quote di genere e razziali.
A chi teme che questo cambiamento possa penalizzare le donne nelle forze armate, Hegseth ha risposto: “Gli standard devono essere elevati e neutrali. Se le donne ce la fanno, ottimo, altrimenti pazienza”. Non sono mancate critiche severe ai vertici militari giudicati “inadeguati” per la loro forma fisica.
Nel suo intervento, Donald Trump ha posto un’enfasi particolare sulla necessità di difendere il paese da quella che ha descritto come un’“invasione dall’interno” da parte di criminali e immigrati, rivendicando l’uso della guardia nazionale per la sicurezza nelle città come Washington DC e Portland. Il presidente ha rimarcato la superiorità tecnologica e militare degli Stati Uniti, affermando che l’amministrazione ha “risolto sette guerre, e forse ieri la più grande”, riferendosi al piano di pace sottoscritto con il premier israeliano Benjamin Netanyahu per Gaza.
Ha espresso il proprio auspicio di non dover ricorrere all’arsenale nucleare: “Spero di non doverlo usare”. Trump ha lanciato un monito severo ad Hamas dicendo che “espierà all’inferno se non accetterà il piano”, concludendo il discorso esortando i militari con lo slogan “fight, fight, fight. Win, win, win”.
L’incontro a Quantico riflette una svolta negli Stati Uniti verso un approccio militare più assertivo, supportato da una politica interna che punta al rafforzamento della capacità di combattere e vincere conflitti, rispecchiando l’agenda dell’amministrazione Trump che unisce difesa estera aggressiva e controllo della sicurezza interna.



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