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Roberto Baggio ha raccontato l’esperienza traumatica di una rapina subita con la sua famiglia, esprimendo comprensione per chi cerca giustizia personale



Roberto Baggio, leggendario ex calciatore e Pallone d’Oro, ha condiviso la sua drammatica esperienza di una rapina avvenuta quasi un anno fa nella sua villa a Altavilla Vicentina. L’incidente, avvenuto il 20 giugno 2024, ha segnato profondamente la vita del 58enne, che non riesce a dimenticare la violenza subita dalla sua famiglia durante quell’orrenda notte. Mentre guardavano la partita Italia-Spagna degli Europei, cinque malviventi hanno fatto irruzione nella loro casa, mentre un sesto attendeva all’esterno.



Nel corso di un’intervista con Gianluca Gazzoli nel suo podcast “BMST”, Baggio ha descritto la brutalità della rapina: “Credo che sapessero chi fossi. Sono venuti ed è una cosa che purtroppo ti segna la vita. È una violenza che fanno a te, a tua moglie, ai tuoi figli, con una cattiveria che non riesci nemmeno a spiegarti”. Il momento più agghiacciante è stato quando i rapinatori hanno puntato una pistola alla testa del figlio di Baggio, costringendolo a rivelare la posizione della cassaforte, che tra l’altro non era presente. “Ti stanno in casa per tre quarti d’ora, sequestrandoti e distruggendo la casa, e tu sei lì, in terra, che non puoi fare niente”, ha aggiunto Baggio, sottolineando la difficoltà di affrontare le conseguenze emotive di tale violenza.

La reazione di Baggio è stata quella di non provare paura immediata, un’osservazione sorprendente data la gravità della situazione. “Non ho avuto paura, perché me li son trovati a un metro, e son venuti su dal buio, non li ho neanche sentiti arrivare”, ha spiegato. La sua reazione istintiva è stata quella di alzarsi e affrontarli, ma la situazione era già sfuggita di mano, essendo in sei contro di lui. “Ho dato un calcio, però erano in sei, ti lascio immaginare”, ha commentato, lasciando intendere quanto fosse impotente di fronte alla violenza.

La rapina ha avuto un impatto devastante non solo sulla sicurezza fisica della famiglia, ma anche sul loro benessere psicologico. La Procura sta attualmente indagando sull’accaduto e ha richiesto assistenza alle forze di polizia di Germania, Moldavia e Romania, poiché si sospetta che i rapinatori non fossero italiani. Due auto con targhe straniere sono state trovate nei pressi della villa, suggerendo che la banda avesse una connessione internazionale.

Nonostante la devastazione inflitta alla loro casa, i ladri non sono riusciti a portare via cimeli di valore, come maglie o il Pallone d’Oro di Baggio, che non era custodito lì. Il bottino si è limitato a gioielli, contante e alcuni orologi. Tuttavia, l’ex calciatore ha dovuto affrontare anche conseguenze fisiche: è stato colpito alla testa con il calcio di una pistola, riportando ecchimosi e ferite che hanno richiesto punti di sutura in ospedale.

L’esperienza di Baggio ha aperto un dibattito sulla giustizia personale, con il calciatore che ha dichiarato di comprendere coloro che scelgono di agire autonomamente. “Oggi capisco la gente che magari decide di farsi giustizia da soli”, ha affermato, una dichiarazione che risuona profondamente, considerando la sua fede buddista che promuove la non violenza.

La storia di Roberto Baggio non è solo quella di un ex campione di calcio, ma di un uomo che ha affrontato la brutalità e l’ingiustizia, e che ora vive con le cicatrici emotive di un’esperienza traumatica. La sua testimonianza serve a mettere in luce le difficoltà che molte persone affrontano dopo aver subito violenze, e la necessità di un supporto adeguato per superare tali esperienze.



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