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Scintille in tv sul presunto golpe: Gruber si infuria, l’ospite meno atteso prende le parti di Belpietro



Nell’ultima puntata di “Otto e mezzo”, si è verificato un acceso confronto tra la conduttrice Lilli Gruber e il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, in merito a un tema politico di rilevanza nazionale: l’ipotesi di un presunto piano occulto del Quirinale volto a ostacolare l’operato della Premier Giorgia Meloni



. Il dibattito si è aperto con la domanda diretta della Gruber: “A suo parere, esiste un piano occulto del Quirinale per impedire l’azione politica della Premier Giorgia Meloni?”.  Tale interrogativo ha immediatamente polarizzato la discussione, sollecitando una risposta articolata e precisa da parte di Travaglio.

Il direttore del Fatto Quotidiano ha replicato con fermezza: “Non esiste alcun collaboratore de La Verità che abbia ascoltato il consigliere per la Difesa del Quirinale, il signor Garofani, ex parlamentare del Partito Democratico, il quale, in un contesto informale, ha espresso preoccupazione per la crescente impopolarità della Premier Meloni. 

Garofani ha inoltre ipotizzato la necessità di un intervento decisivo per favorire il ritorno al potere del centrosinistra, attualmente in difficoltà sotto la guida della segretaria Elly Schlein.  In tale contesto, ha suggerito la possibilità di una candidatura nazionale, forse guidata dall’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, il signor Ruffini.  Questa è la ricostruzione dei fatti”.

Le dichiarazioni del giornalista hanno suscitato immediatamente la reazione della conduttrice, la quale ha precisato la distinzione tra la ricostruzione giornalistica dei fatti e l’interpretazione personale degli stessi. (VIDEO)

La Gruber ha contestato la versione proposta dal collega, affermando: “Questo lo aggiungi tu”, mettendo in discussione la coerenza del racconto. Travaglio ha replicato con fermezza: “No no, questo è quanto riferito da un collaboratore della Verità che ha assistito alla conversazione”.

La conduttrice ha poi sottolineato il contesto informale in cui sarebbe avvenuto l’ascolto citato dal giornalista: “Ma non era in un contesto ufficiale”, evidenziando il rischio di attribuire valore istituzionale a dichiarazioni rilasciate in un luogo pubblico.

La risposta definitiva di Travaglio ha concluso il confronto, rivendicando il ruolo del giornalismo nell’osservare e riportare quanto avviene anche al di fuori delle sedi istituzionali: “No ma è il nostro mestiere. Se riconosciamo un personaggio pubblico in un locale che discute di politica, lo ascoltiamo”.



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