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Scoperto un punto debole nelle cellule tumorali resistenti alla chemio: la ferroptosi potrebbe eliminarle completamente, rivoluzionando le terapie oncologiche



Un’importante scoperta scientifica potrebbe cambiare il modo in cui affrontiamo le cellule tumorali resistenti alla chemioterapia. Un team internazionale di ricercatori ha individuato un meccanismo che sfrutta la ferroptosi, un tipo di morte cellulare programmata, per colpire queste cellule. Questo approccio potrebbe rivelarsi efficace contro tutte le cellule cancerose, aprendo la strada a trattamenti più efficaci.



Lo studio è stato condotto da un gruppo di scienziati guidati da esperti dell’Istituto Michael Popp e del Centro per le bioscienze molecolari di Innsbruck, in collaborazione con altre istituzioni europee. Tra queste, l’Istituto di Farmacia dell’Università Friedrich-Schiller di Jena, il Centro medico universitario di Amburgo-Eppendorf e l’Istituto Leibniz sull’invecchiamento. Il coordinatore della ricerca, il professor Andreas Koeberle, attualmente docente presso l’Università di Graz, ha spiegato che il team ha analizzato gli effetti di diversi composti naturali sulle cellule tumorali in coltura.

Durante gli esperimenti, i ricercatori hanno scoperto che le cellule tumorali, pur sviluppando resistenza ai farmaci chemioterapici, manifestano un “tallone d’Achille”. In risposta allo stress causato dai farmaci, le membrane cellulari si arricchiscono di acidi grassi polinsaturi, rendendole vulnerabili alla ferroptosi. Questo processo differisce dall’apoptosi, in quanto si basa sul danno ossidativo indotto dall’accumulo di perossidi lipidici legati al ferro. Tale accumulo aumenta la porosità delle membrane cellulari, portando alla loro disgregazione e alla morte delle cellule.

Il professor Koeberle ha dichiarato: “Gli agenti citotossici naturali portano a un aumento dell’incorporazione di acidi grassi polinsaturi nella membrana delle cellule tumorali. Ciò le rende più suscettibili alla ferroptosi, un tipo di morte cellulare, in una fase molto precoce”. Inoltre, ha sottolineato che il meccanismo sembra essere universale: “Ciò significa che può essere osservato in tutte le cellule tumorali esaminate e nella maggior parte degli agenti citotossici”. Questa scoperta potrebbe permettere di “eliminare totalmente” le cellule tumorali attraverso composti che inducono la ferroptosi.

Sebbene la ricerca sia ancora nelle fasi precliniche, le implicazioni di questa scoperta sono enormi. Se il meccanismo potrà essere controllato e applicato con successo, potrebbe rappresentare un cambiamento radicale nelle terapie oncologiche, offrendo nuove speranze ai pazienti affetti da tumori resistenti ai trattamenti convenzionali. L’obiettivo futuro sarà quello di sviluppare farmaci che possano indurre la ferroptosi in modo mirato, minimizzando gli effetti collaterali e massimizzando l’efficacia terapeutica.

Questa scoperta segna un passo avanti significativo nella lotta contro il cancro, dimostrando ancora una volta l’importanza della ricerca scientifica collaborativa e dell’innovazione nel campo medico. Con ulteriori studi e sperimentazioni, la ferroptosi potrebbe diventare una nuova arma potente nell’arsenale dei trattamenti oncologici, migliorando la qualità della vita e le prospettive di guarigione per molti pazienti.



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