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Sedicenne abusata e torturata dai trafficanti a Tripoli: “Vi supplico, salvatemi”



A sedici anni, la vita dovrebbe essere un periodo di scoperta e crescita. Per Hanan, però, la sua adolescenza è stata segnata da esperienze terribili. La ragazza, con la voce fragile e segni evidenti di violenza sul corpo, ha subito abusi in Libia e ora si trova abbandonata per strada a Tripoli. “Vi prego aiutatemi – ripete in una telefonata a Fanpage.it tramite Refugees in Libya – mi hanno lasciata sola, non conosco nessuno, non ho acqua, non ho cibo, non ho un posto dove stare, sono molto stanca”.



Originaria di Moyale, nella regione di Oromia in Etiopia, Hanan ha vissuto la sofferenza fin dalla giovane età. Un anno fa, è stata costretta a servire nell’esercito etiope. “Le forze governative mi hanno deportata in un campo militare. Ad aprile 2024 sono scappata ad Addis Abeba, disperata e alla ricerca di un modo per sopravvivere”, racconta la giovane. “A Addis Abeba mi hanno promesso un viaggio verso Dubai, ma mi hanno invece consegnata a dei trafficanti in Sudan e da lì portata in Libia“.

In Cufra, una città della Cirenaica, Hanan ha trascorso otto mesi rinchiusa in un magazzino con 50 uomini e altre cinque ragazze, di cui solo una maggiorenne. “Ci hanno imprigionate in condizioni disumane. Dormivamo a terra, senza materassi, ricevendo un solo pasto al giorno e acqua salata. I libici mi hanno stuprata e torturata. Arrivavano con i kalashnikov, selezionavano le donne più giovani, ci portavano via, ci violentavano e poi ci riportavano dentro. Mi hanno filmata mentre mi picchiavano e hanno inviato i video ai miei genitori, chiedendo 750.000 birr etiopi per liberarmi”.

La somma richiesta, pari a circa 5.323 euro, era impossibile per la famiglia di Hanan, che ha dovuto assistere impotente alla sofferenza della figlia attraverso i video. Questi filmati, risalenti al 16 e al 19 agosto 2024, sono stati visionati da Fanpage.it grazie a Refugees in Libya. Dopo cinque mesi di abusi, Hanan è stata abbandonata in mezzo a una strada a Tripoli. “I trafficanti hanno capito che il mio corpo non serviva più, che i miei genitori non avevano i soldi per liberarmi e pensavano che sarei morta a breve. Così mi hanno lasciata per strada, ferita e abusata, senza cibo e senza acqua. Non mi è rimasto più niente”, continua la giovane.

Da tre mesi, Hanan vive in condizioni disperate, esposta al rischio di ulteriori violenze e senza un luogo dove dormire. “Ho chiesto aiuto all’UNHCR, ma mi hanno risposto che non potevo entrare senza permesso e che dovevo prima registrarmi e aspettare la loro approvazione”, denuncia. Con un ultimo grido di aiuto, prima di chiudere la telefonata, esclama: “Nessuno si prende cura di me, nessuna organizzazione mi aiuta, vi prego salvatemi”.



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