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‘Sembrava un film, ma era uno stupro’: altre attrici denunciano Siffredi, scelti volti non professionali



Nella puntata del 29 aprile 2025 del programma televisivo Le Iene, è stato trasmesso un ulteriore servizio riguardante le accuse mosse contro Rocco Siffredi, noto attore e regista del cinema per adulti. Diverse performer hanno condiviso esperienze in cui affermano di aver subito pratiche sessuali non concordate durante le riprese, sostenendo di essersi sentite obbligate a partecipare a scene che superavano i limiti precedentemente stabiliti.



Una delle testimonianze più significative è quella di Marika Milani, attrice che ha lavorato con Siffredi in diverse produzioni. Milani ha raccontato di aver partecipato a scene di “gang bang” organizzate da Siffredi, in cui uomini non professionisti, selezionati tramite pagamento, prendevano parte alle riprese. Ha dichiarato: “Mi sono vista arrivare trenta, quaranta ragazzi, ma non erano professionisti, venivano selezionati da loro e potevano partecipare alla gang bang. Per lui erano fondamentali le gang bang. Non sapevo quello che andavo a fare fino a che non ero lì. Quando li ho visti ho provato schifo per me stessa. Mi stavano ovunque, sotto, davanti, sopra. Gli attori professionisti sanno come muoversi, loro no, è durata fino allo sfinimento, pensavo di rimanere cieca per tutti i ragazzi che mi venivano addosso, mi sbattevano il coso in faccia, mi sentivo gli occhi gonfissimi. È stato terribile, mi sono messa a piangere.”

Un’altra performer, che ha scelto di rimanere anonima, ha raccontato un episodio avvenuto all’inizio della sua carriera: “Se una ragazza decide di non fare l’anale, perde metà dei lavori. E quindi l’agente è deluso, perché guadagnerà la metà con te. Così ti mandano apposta da Rocco per ‘romperti’ perché così pensano che dopo accetterai altre scene di anale. Io avevo poco più di vent’anni, e lui più di 50 anni. Sono rimasta scioccata, non sapevo cosa dire. Avevo appena iniziato la mia carriera. Continuavo a dire no, ma capisci lui è la grande star del porno. È come un Dio. Alla fine ha mandato via l’altro attore e ha continuato a girare con me. Sei circondata dai suoi 500 trofei e premi, e ti senti come se non valessi nulla in confronto a lui.”

Priscilla Salerno, attrice professionista, ha commentato queste dichiarazioni sottolineando l’importanza del consenso: “Può farlo solo con ragazze inesperte che non sanno come si gira una scena”, aggiungendo: “Siamo animali? Perché ho scelto di fare porno, allora devo essere maltrattate, usata, sputata, stuprate, ma di cosa stiamo parlando? Noi siamo persone che abbiamo scelto un determinato tipo di lavoro.”

In precedenti puntate del programma, altre attrici avevano già espresso preoccupazioni simili. Una performer, identificata come Gloria, ha descritto un episodio in cui, nonostante avesse espresso chiaramente il suo rifiuto, Siffredi avrebbe insistito per pratiche non concordate: “Dicevo: ‘Io non lo voglio fare’, ma continuava a sputarmi addosso, a dirmi: lo vedi che ti piace, tr**a? Per me è stato uno stupro a tutti gli effetti. Anche davanti alle telecamere. È stata una doppia violenza.”

Siffredi ha respinto tutte le accuse, definendole parte di una campagna diffamatoria orchestrata contro di lui. In un’intervista rilasciata a Le Iene, ha dichiarato: “Il mio concetto di consenso? Io vado con il feeling delle ragazze”, negando di aver mai costretto qualcuno a partecipare a pratiche non consensuali.

Il dibattito sollevato da queste testimonianze ha acceso un confronto più ampio sull’importanza del consenso nel settore dell’intrattenimento per adulti e sulle dinamiche di potere che possono influenzare le scelte delle performer. Le indagini e le discussioni in merito proseguono, mentre il pubblico e gli addetti ai lavori attendono ulteriori sviluppi.



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