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“Siamo già in guerra con la Russia”: dichiarazione da Bruxelles gela le capitali europee



Il conflitto in Ucraina ha raggiunto il giorno 1.312 e gli sviluppi non si limitano al fronte militare. In Danimarca, droni non identificati sono stati segnalati in prossimità della principale base militare del Paese. Le autorità locali hanno evitato di attribuire la responsabilità a uno Stato specifico, ma hanno definito l’episodio parte di un “attacco ibrido”, in linea con precedenti avvistamenti analoghi.



Il tema delle cosiddette azioni ibride è stato al centro anche delle dichiarazioni del commissario europeo per l’Economia, Valdis Dombrovskis, che in un’intervista a France24 ha sottolineato: “Oltre alle provocazioni stiamo assistendo a ogni tipo d’azione russa, dalla disinformazione ad atti di sabotaggio, fino all’uso come arma dell’immigrazione clandestina, quindi siamo già in una guerra ibrida con la Russia”. Secondo il commissario, le ambizioni di Mosca non si fermano all’Ucraina: “Sappiamo che le ambizioni imperialiste ed espansionistiche della Russia si estendono oltre l’Ucraina e la Russia sta parlando apertamente di invadere altri Paesi, anche Ue e Nato”.

Parallelamente, sul fronte diplomatico, emergono indiscrezioni dagli Stati Uniti. Secondo quanto riferito da un alto funzionario a The Wall Street Journal, durante un incontro a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’ex presidente americano Donald Trump avrebbe manifestato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky la disponibilità a rimuovere le restrizioni sull’uso da parte di Kiev di armi statunitensi a lungo raggio, autorizzandone potenzialmente l’impiego contro obiettivi all’interno della Russia.

La prospettiva ha immediatamente attirato la reazione del Cremlino. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha bollato come avventate le recenti dichiarazioni occidentali sulla possibilità di colpire velivoli russi: “Dichiarazioni irresponsabili”, ha affermato.

Il clima di tensione è stato al centro anche della riunione dei capi di Stato maggiore della Difesa dei Paesi alleati, ospitata a Riga. In quell’occasione l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della Nato, ha denunciato le ripetute violazioni dello spazio aereo europeo da parte di velivoli russi. “Diversi alleati, tra cui Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Norvegia, Polonia e Romania, hanno subito violazioni dello spazio aereo da parte della Russia. Questi atti sono un’escalation, sono sconsiderati e mettono in pericolo vite umane. E la Russia ne ha la piena responsabilità. Esprimo piena e inequivocabile solidarietà a tutti gli alleati il cui spazio aereo è stato violato. La risposta dell’Alleanza è stata vigorosa e continuerà a rafforzarsi”, ha dichiarato.

Gli ultimi episodi, dagli avvistamenti in Danimarca alle accuse di “guerra ibrida”, si inseriscono in un contesto di crescente instabilità, che vede l’Europa rafforzare il coordinamento militare e politico per fronteggiare le pressioni di Mosca. La posizione di Bruxelles, sostenuta dalle dichiarazioni di Dombrovskis, indica una percezione sempre più marcata della Russia come minaccia non solo all’Ucraina ma alla sicurezza collettiva europea.

Nel frattempo, le aperture attribuite a Trump nei confronti di Kiev, se confermate, potrebbero avere conseguenze rilevanti sugli equilibri internazionali, introducendo la possibilità di un ampliamento dell’uso delle armi occidentali ben oltre le attuali regole di ingaggio.



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