La Rai ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Sigfrido Ranucci, noto conduttore del programma Report su Rai 3. L’azienda ha inviato una lettera di contestazione al giornalista, accusandolo di aver partecipato a trasmissioni televisive di altre emittenti senza la necessaria autorizzazione. La vicenda è stata resa nota da Sandro Ruotolo, esponente del Partito Democratico ed europarlamentare, che ha definito l’iniziativa come un atto di intimidazione nei confronti di Ranucci.
Secondo quanto riportato da Ruotolo, la lettera è stata firmata dall’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, e dal direttore delle risorse umane, Felice Ventura. Nella comunicazione si contesta a Ranucci la partecipazione al programma “Otto e mezzo” su La7, condotto da Lilli Gruber, senza un’autorizzazione formale. Tuttavia, Ruotolo precisa che il giornalista era stato autorizzato dal direttore di Rai 3, Franco Di Mare. Inoltre, si fa riferimento alla presenza di Ranucci a “Piazza Pulita”, dove era intervenuto per rispondere alle accuse mosse da Italo Bocchino, che lo aveva definito un manipolatore.
Ulteriori contestazioni riguardano la promozione del libro scritto da Ranucci, incentrato sul tema della libertà di stampa. Ruotolo ha stigmatizzato l’episodio, affermando: “La lettera recapitata a Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, la trasmissione di approfondimento giornalistico di Raitre, ha un sapore di intimidazione. È un procedimento disciplinare, una lettera che va rispedita al mittente. L’hanno firmata l’amministratore delegato dell’azienda, Giampaolo Rossi e il direttore delle risorse umane di via Mazzini, Felice Ventura. Accusano il giornalista di aver partecipato a trasmissioni su La 7 della Gruber senza essere autorizzato, quando invece lo era dal direttore Corsini, poi di essere intervenuto a Piazza Pulita per difendersi dalle accuse di Bocchino di essere un manipolatore. Gli altri richiami riguardano le presentazioni del suo libro che parla di libertà di stampa. Uno schiaffo all’articolo 21 della Costituzione”.
Ruotolo ha inoltre sottolineato come questo episodio si inserisca in un contesto più ampio, caratterizzato da una crescente pressione sui programmi di approfondimento giornalistico della Rai. Ha dichiarato: “A poco più di un mese dall’entrata in vigore del Media Freedom Act, che impone all’Italia di riformare la governance della Rai per renderla autonoma e indipendente dalla politica, il gruppo dirigente che occupa la Rai sceglie di colpire il giornalista simbolo dell’approfondimento investigativo del servizio pubblico. È l’ennesimo segnale di una deriva preoccupante. Telemeloni vuole mettere a tacere i giornalisti scomodi mentre smantella i programmi di approfondimento di rete in un momento in cui avremmo bisogno di più informazione pubblica e plurale”.
La vicenda si inserisce in un periodo difficile per Report e altre trasmissioni simili. Secondo quanto emerso nelle scorse settimane, la prossima stagione del programma subirà una riduzione del numero delle puntate, nonostante gli ottimi risultati in termini di ascolti. La direzione Approfondimenti della Rai ha infatti deciso di tagliare quattro episodi dal palinsesto. Decisioni analoghe hanno colpito altre produzioni come “Presadiretta” e “Lo stato delle cose”, mentre diversi spazi dedicati all’approfondimento sono stati chiusi o ridimensionati, tra cui “Agorà Weekend”.
Questi interventi hanno sollevato preoccupazioni tra gli operatori del settore e i rappresentanti politici, che temono un progressivo indebolimento dell’informazione pubblica e indipendente in Italia. Anche esponenti del Movimento 5 Stelle hanno espresso critiche verso la gestione della Rai. Barbara Floridia, capogruppo M5S al Senato, ha recentemente dichiarato: “Compensi d’oro a conduttori senza pubblico, penalizzati i programmi di inchiesta”.
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