Un post su Facebook ha scatenato un’ondata di polemiche nei confronti di Stefano Addeo, docente di Tedesco in un istituto superiore della provincia di Napoli. Il messaggio, indirizzato alla figlia della premier Giorgia Meloni, ha suscitato indignazione per il contenuto ritenuto offensivo e inappropriato. L’insegnante, intervistato dal Roma online, ha riconosciuto il proprio errore, chiedendo scusa per l’accaduto. Tuttavia, ha precisato di non voler rinnegare le sue idee politiche.
«È stato un gesto stupido, scritto d’impulso. Chiedo scusa per il contenuto del post: non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Ma non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo», ha dichiarato Addeo. Il docente ha inoltre sottolineato di non aver mai portato la politica all’interno delle sue lezioni e di essere benvoluto dai suoi studenti: «Mi rendo conto della gravità, ma in classe non ho mai fatto politica. I miei studenti mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza, amo gli animali, faccio volontariato. È stato un errore».
L’episodio ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, riaccendendo il dibattito sul ruolo e la responsabilità degli insegnanti anche al di fuori dell’ambiente scolastico. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha commentato l’accaduto, dichiarando che verranno presi provvedimenti nei confronti di chi non dimostra di essere all’altezza del proprio ruolo educativo.
Nel corso dell’intervista, Addeo ha anche rivelato di essere stato oggetto di minacce e attacchi dopo la diffusione del suo post: «Ho ricevuto minacce di morte, insulti e lanci di pomodori contro le vetrine di casa. Ho sporto denuncia alla Polizia Postale». Ha inoltre spiegato le ragioni che lo hanno portato a rimuovere il contenuto incriminato: «Non ho cancellato il post per paura, ma perché mi sono reso conto da solo che era sbagliato».
L’insegnante ha concluso esprimendo la sua opinione sul rapporto tra idee politiche personali e il ruolo educativo: «Non accetto che un insegnante debba condividere pedissequamente le idee del governo per essere ritenuto degno del suo ruolo».
L’episodio ha sollevato interrogativi sulla libertà di espressione degli insegnanti e sui limiti che questa può incontrare quando si tratta di comunicazioni pubbliche che possono influenzare il contesto scolastico. La vicenda continuerà a far discutere nei prossimi giorni, mentre si attendono eventuali decisioni disciplinari nei confronti del docente.
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