Oggi, in un’iniziativa diplomatica senza precedenti, tre nazioni del Commonwealth hanno ufficialmente riconosciuto lo Stato di Palestina. Il primo a fare questo annuncio è stato il primo ministro britannico Keir Starmer, che ha comunicato la decisione attraverso un post su X. In questo messaggio, Starmer ha dichiarato: “Oggi, per ravvivare la speranza di pace tra palestinesi e israeliani e di una soluzione a due Stati, il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina.”
In un video di circa sei minuti, il premier britannico ha affrontato anche la questione di Hamas, definendola “una brutale organizzazione terroristica”. Ha sottolineato che il riconoscimento della Palestina non deve essere interpretato come una legittimazione di Hamas, affermando: “Quindi siamo chiari: questa soluzione non è una ricompensa per Hamas, perché significa che Hamas non potrà avere futuro, non potrà avere alcun ruolo nel governo.” Starmer ha anche evidenziato la crescente crisi umanitaria a Gaza, descrivendo i raid aerei israeliani, la fame e la devastazione come “assolutamente intollerabili.” Ha affermato che “decine di migliaia di persone sono state uccise, comprese migliaia di persone che cercavano di procurarsi cibo e acqua. Questa morte e questa distruzione ci terrorizzano tutti. Devono finire.”
Today, to revive the hope of peace for the Palestinians and Israelis, and a two state solution, the United Kingdom formally recognises the State of Palestine. pic.twitter.com/yrg6Lywc1s
— Keir Starmer (@Keir_Starmer) September 21, 2025
Subito dopo l’annuncio del Regno Unito, anche l’Australia ha fatto la sua mossa. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha dichiarato: “L’Australia riconosce le legittime e storiche aspirazioni del popolo palestinese a uno Stato proprio.” In una lettera pubblicata su X, Albanese ha specificato che il riconoscimento è condizionato al fatto che il presidente dell’Autorità Palestinese ha confermato il diritto di Israele a esistere e ha assunto impegni per tenere elezioni democratiche e attuare riforme significative. Ha aggiunto: “L’organizzazione terroristica Hamas non deve avere alcun ruolo in Palestina.”
Il Canada ha seguito a ruota con un annuncio simile. Il primo ministro canadese Mark Carney ha dichiarato: “Il Canada riconosce lo Stato di Palestina e offre la sua collaborazione per costruire la promessa di un futuro pacifico sia per lo Stato di Palestina che per lo Stato di Israele.”
La reazione da parte di Israele non si è fatta attendere. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha criticato aspramente le decisioni dei tre Paesi, accusando Albanese di aver “tradito Israele” e di aver “abbandonato” la comunità ebraica australiana. Netanyahu ha descritto la creazione di uno Stato palestinese come una minaccia esistenziale per Israele, promettendo di “combattere gli appelli alla creazione di uno Stato palestinese davanti all’Onu.”
Anche Itamar Ben-Gvir, ministro della sicurezza nazionale, ha espresso il suo disappunto, affermando che il riconoscimento rappresenta una “ricompensa per gli assassini delle vittime di Neveh Shalom”. Ha annunciato che presenterà una proposta al governo per applicare immediatamente la sovranità israeliana sulla Cisgiordania. Miki Zohar, ministro della cultura, ha descritto il riconoscimento come “una dichiarazione priva di significato che puzza di antisemitismo e odio verso Israele,” sostenendo che l’unica risposta dovrebbe essere l’applicazione della sovranità israeliana in Giudea, Samaria e nella valle del Giordano.
In contrasto, la ministra degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese, Varsen Aghabekian Shahin, ha accolto con favore il riconoscimento, affermando che i Paesi che hanno riconosciuto uno Stato palestinese hanno compiuto un passo “irreversibile che ha preservato la soluzione dei due Stati.” Shahin ha dichiarato: “Ora è il momento. È un passo avanti che ci avvicina alla sovranità e all’indipendenza.” Ha aggiunto che “questo riconoscimento non è certamente simbolico. È un passo pratico, tangibile e irreversibile che i Paesi devono compiere se vogliono impegnarsi a preservare la soluzione dei due Stati.”
Oggi, il Regno Unito e il Canada sono diventati i primi membri del G7 a riconoscere ufficialmente la Palestina, mentre la Francia potrebbe seguire a breve, come indicato dal presidente Emmanuel Macron, che ha ribadito il suo impegno per una pace giusta e duratura in Medio Oriente. Tuttavia, altri membri del G7, tra cui Stati Uniti, Italia, Germania e Giappone, hanno mantenuto posizioni divergenti, con gli Stati Uniti che hanno dichiarato di non avere “alcuna intenzione” di seguire l’esempio dei partner.
Questa serie di riconoscimenti ha acceso un dibattito globale su come procedere verso una pace duratura nella regione, evidenziando le divisioni esistenti tra le nazioni e le loro politiche nei confronti del conflitto israelo-palestinese.



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