Un 69enne originario di Venezia è stato arrestato dopo essere stato riconosciuto colpevole di una serie di reati, tra cui un episodio particolarmente scioccante: nel 2013, si sarebbe auto-mutilato, tagliandosi volontariamente un arto, con l’intento di ottenere un risarcimento dall’assicurazione.
L’incidente, inizialmente presentato come tale, è stato successivamente rivelato come un gesto deliberato per simulare un sinistro e incassare l’indennizzo. L’uomo, destinatario di un ordine di carcerazione, è stato arrestato dai carabinieri di Marghera e trasferito nel carcere di Santa Maria Maggiore, dove dovrà scontare una pena definitiva di 5 anni e 11 mesi.
Il suo passato giudiziario è lungo e complesso. Oltre all’auto-mutilazione, il 69enne era già stato condannato per diversi reati, tra cui simulazione di reato, danneggiamento fraudolento di beni assicurati e appropriazione indebita in concorso. Le sue condotte illecite si estendono fino al 2015 e le pene inflitte, divenute definitive, sono state riunite in un’unica esecuzione dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura di Udine.
Tra i reati contestati figura la “mutilazione fraudolenta della propria persona”, un reato meno noto ma previsto dal codice penale italiano. Questa norma punisce chi si provoca volontariamente una lesione al fine di ottenere un beneficio economico, in particolare nel contesto assicurativo. L’obiettivo di tale disposizione è quello di scoraggiare forme estreme di frode, considerate particolarmente dannose in quanto comportano un inganno strutturato a danno di terzi e un uso fraudolento del sistema sanitario e assicurativo.
La pena per la mutilazione fraudolenta può variare e arrivare a diversi anni di reclusione, soprattutto quando il gesto si inserisce in un quadro più ampio di condotte fraudolente, come nel caso del 69enne di Venezia. Le indagini hanno rivelato che il suo comportamento non era isolato, ma parte di un modus operandi più ampio volto a ingannare le compagnie assicurative.
L’episodio di auto-mutilazione ha suscitato scalpore e ha messo in evidenza la vulnerabilità del sistema assicurativo, che può essere sfruttato da individui disposti a compiere atti estremi per ottenere vantaggi economici. La frode assicurativa è un problema serio e diffuso, che comporta costi elevati per le compagnie e, di conseguenza, per i consumatori onesti.
Le autorità hanno sottolineato l’importanza di indagini approfondite e di misure preventive per contrastare tali comportamenti. L’arresto del 69enne rappresenta un passo significativo nella lotta contro la frode, evidenziando come le forze dell’ordine e la magistratura siano impegnate a perseguire chi tenta di sfruttare il sistema a proprio favore.



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