Un episodio di violenza sul posto di lavoro ha scosso il mondo medico del Policlinico di Tor Vergata a Roma, coinvolgendo la dottoressa Marzia Franceschilli, 37 anni, chirurgo specializzata in chirurgia mininvasiva dell’apparato digerente. La professionista ha denunciato di essere stata aggredita fisicamente e verbalmente dal suo superiore, il professor Giuseppe Sica, durante una complessa operazione chirurgica.
Il professor Sica, noto per la sua esperienza internazionale e per aver effettuato più di 5.000 interventi chirurgici, è professore associato presso l’Università di Tor Vergata. Nonostante sia stato un punto di riferimento e un mentore per la dottoressa Franceschilli, l’episodio accaduto in sala operatoria ha segnato profondamente il loro rapporto professionale.
Secondo quanto raccontato dalla dottoressa al Corriere della Sera, l’aggressione è avvenuta durante un intervento robotico particolarmente complesso. In questi casi, il chirurgo principale opera da una consolle, manovrando le braccia robotiche e le telecamere, mentre l’assistente si occupa di gestire l’esterno del robot. Durante l’intervento, il professor Sica avrebbe perso la pazienza per un presunto problema tecnico e, dopo essersi allontanato dalla consolle, avrebbe colpito la dottoressa con un pugno alla nuca. L’episodio è stato inoltre accompagnato da insulti pesanti, come dimostrato da un video girato in quei momenti.
“Negare l’evidenza, senza scuse autentiche, è ciò che mi ha fatto più male”, ha dichiarato la dottoressa Franceschilli. “Con il professor Sica ho avuto, da allora, un unico contatto. Mi ha chiesto di non rendere pubblica la vicenda, e così ho scelto finora il silenzio. Tuttavia, dopo la sua nota ufficiale, ho ritenuto doveroso fare chiarezza. Trovo scorretto che sia stata raccontata una versione dei fatti non rispondente alla realtà.”
L’episodio è stato confermato anche dai testimoni presenti in sala operatoria durante l’intervento. La dottoressa ha spiegato che tutti i presenti avrebbero visto chiaramente il momento in cui è stata colpita: “Ciò che ho subito è stata un’aggressione fisica sul posto di lavoro, confermata anche dai testimoni nell’audit dell’azienda: tutti in sala avrebbero visto che mi è stato sferrato un colpo alla nuca mentre ero al tavolo operatorio.”
Nonostante l’accaduto, l’operazione chirurgica è stata conclusa con successo. Tuttavia, la dottoressa ha sottolineato l’importanza dell’autocontrollo in situazioni di emergenza: “Anche di fronte a emergenze è l’autocontrollo che salva il paziente.”
La vicenda ha avuto ripercussioni emotive significative per la dottoressa Franceschilli, che ha descritto quel giorno come una rottura irreparabile: “Per me, quel giorno, è stato come un lutto. Ho sentito che era finita un’epoca, un legame, una fiducia. Ma credo che nessuno debba mai accettare di lavorare in un clima di aggressività e violenza.”
Il professor Sica, due giorni dopo l’accaduto, avrebbe inviato un unico messaggio alla dottoressa: “Ho saputo che ti saresti fatta refertare per un’aggressione che ti avrei fatto.” Tuttavia, secondo la dottoressa, non si sarebbe trattato di un semplice diverbio o di un malinteso: “Non si è trattato di un semplice diverbio o di un alterco. Ciò che ho subito è stata un’aggressione fisica sul posto di lavoro.”
La dottoressa ha riconosciuto che il professor Sica è stato per lei un maestro esigente e determinante nella sua crescita professionale: “È esigente, molto duro, ma mi ha anche dato l’opportunità di crescere, spingendomi sempre a dare il massimo.” Tuttavia, l’aggressione subita ha compromesso irrimediabilmente il loro rapporto professionale.
L’episodio ha acceso i riflettori sulla necessità di garantire ambienti lavorativi sicuri e rispettosi, soprattutto in ambiti delicati come quello sanitario. La dottoressa Franceschilli ha deciso di rompere il silenzio per sensibilizzare sull’importanza di denunciare episodi di violenza sul lavoro e per sottolineare che nessuno dovrebbe mai tollerare comportamenti aggressivi o violenti.
La vicenda è ora oggetto di attenzione mediatica e potrebbe avere ulteriori sviluppi sul piano legale e professionale per entrambe le parti coinvolte.
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