La perdita di Elisa Spadavecchia, 66 anni, ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di Giovanni Sfregola, ex ufficiale dei Carabinieri. La donna è stata travolta e uccisa da una ruspa mentre passeggiava sulla spiaggia di Cervia, in una tragedia che ha scosso la comunità locale e sollevato interrogativi sulle responsabilità.
“Ho perso la cosa più preziosa che avevo e che nessuno potrà mai restituirmi”, ha dichiarato Sfregola in un’intervista al Corriere, aggiungendo: “Non ho più niente”. Per oltre quarant’anni, l’ex ufficiale si è occupato di casi di cronaca nera, ma mai avrebbe immaginato di trovarsi dall’altra parte di una simile tragedia. “So perfettamente che l’ultima immagine è quella che resta. Per questo i miei colleghi hanno fatto bene a non farmela vedere. Non avrei visto mia moglie, ma quel che resta di un corpo finito sotto i cingoli di una ruspa”, ha spiegato con dolore.
Alla guida del mezzo che ha causato l’incidente si trovava Lerry Gnoli, 54 anni, ora indagato per omicidio colposo. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe agito autonomamente, senza un mandato operativo attuale, nonostante in passato avesse ricevuto incarichi simili. Tuttavia, lo stesso Gnoli ha negato ogni accusa. Gli inquirenti stanno approfondendo la dinamica dell’accaduto e le eventuali responsabilità.
Emergono dettagli inquietanti sul passato dell’autista. “Abbiamo saputo che la persona alla guida della ruspa era senza patente, aveva un precedente specifico ed era dedito alla droga”, ha dichiarato Sfregola. Nel marzo 2022, infatti, Gnoli era stato arrestato per aver investito un anziano volontario, Giuseppe Quercioli, a Pisignano. In quell’occasione, i test tossicologici avevano rilevato tracce di cocaina nel sangue, nonostante il conducente sostenesse di averla assunta giorni prima. Nonostante ciò, aveva ripreso a lavorare regolarmente con mezzi da cantiere.
Sui social media, Gnoli pubblicava frequentemente video delle sue operazioni con la ruspa in spiaggia. In uno di questi filmati, risalente a mesi fa, si vedeva una manovra in retromarcia tra ombrelloni e bagnanti, simile a quella che si è rivelata fatale per Spadavecchia. Poche ore prima del tragico incidente, era stato caricato un altro video che mostrava ancora una ruspa in azione.
Al momento dell’incidente, Giovanni Sfregola si trovava in albergo con amici. “Mia moglie era andata a fare una passeggiata e io ero rimasto con altri amici a fare una partita”, ha raccontato. Elisa Spadavecchia, donna attiva e amante dello sport, era solita dedicarsi a lunghe camminate e ad attività fisiche come palestra e piscina. “Sabato è uscita come faceva spesso ma non è più tornata”.
Quando Spadavecchia non è rientrata, il marito si è insospettito e ha iniziato a cercarla. “Non vedendola rientrare ho cominciato a chiamarla, ma non rispondeva. Poi ho avuto un lampo e mi sono ricordato che lei aveva anche un iPad. A quel punto con il ‘trova iPhone’ ho cercato dove era il suo cellulare. Una volta localizzato mi sono fatto accompagnare nel punto esatto dove, purtroppo, ho trovato mia moglie”, ha ricordato con dolore.
Le autorità hanno deciso di non mostrare il corpo della donna al marito. “Mi hanno detto che anche il bagnino che aveva assistito alla scena si è sentito male ed è finito in ospedale”, ha spiegato Sfregola. La coppia frequentava spesso la spiaggia di Cervia in compagnia di amici e recentemente aveva festeggiato la nascita del primo nipotino, figlio della loro unica figlia. “Eravamo felicissimi da quando era nato il figlio di mia figlia. Non ha ancora tre mesi”, ha detto il marito con la voce rotta dal dolore.
L’indagine sull’accaduto prosegue per chiarire ogni dettaglio e accertare eventuali responsabilità. La comunità locale è sotto shock per questa tragedia che poteva forse essere evitata con maggiori controlli e precauzioni.
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