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Ucraina e sanzioni a Putin, il direttore del Sole 24 Ore rompe la narrazione e smaschera Bruxelles



In un recente intervento, il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, ha espresso una posizione sorprendente riguardo all’efficacia delle sanzioni imposte all’Russia dall’Occidente dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022. Dopo oltre tre anni di discussioni e dibattiti, Tamburini ha dichiarato pubblicamente che le restrizioni economiche non hanno avuto l’impatto desiderato su Mosca, ma hanno piuttosto inflitto danni all’economia europea.



Nel corso di un’intervista trasmessa in diretta, Tamburini ha affermato che “tutti i pacchetti di limitazioni che l’Europa ha pensato si sono rivelati un flop”. Ha sottolineato che le sanzioni, lungi dall’aver messo in ginocchio l’economia russa, hanno invece colpito duramente i paesi europei. “Chi ha pagato il prezzo della guerra in Ucraina è stata proprio l’Europa”, ha aggiunto, evidenziando come le misure punitive si siano ritorte contro gli stessi paesi che le hanno imposte.

Questa dichiarazione rappresenta un cambio di rotta significativo per un personaggio di spicco nel panorama mediatico italiano, noto per la sua posizione allineata con le politiche economiche tradizionali. Tamburini ha anche fatto riferimento a precedenti affermazioni di Alessandro Di Battista, ex esponente del Movimento 5 Stelle, che aveva osservato come i russi fossero disposti a rinunciare a marchi occidentali come McDonald’s per tornare a consumare i loro cibi tradizionali.

Durante il suo intervento, Tamburini ha chiarito che, nonostante le nuove sanzioni in discussione, non ci si deve aspettare risultati diversi da quelli già ottenuti. “Penso che anche le nuove sanzioni non avranno effetti diversi”, ha dichiarato, riferendosi alla recente nota dell’ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov, riguardo l’uso di beni russi congelati nell’Unione Europea. Paramonov aveva avvertito che tale decisione “porterebbe a danni gravi e di lungo termine ai rapporti con la Russia”.

Le affermazioni di Tamburini sono arrivate in un momento cruciale, coincidendo con la riunione del Consiglio dei ministri degli esteri dell’Unione Europea che ha dato il via libera a una proposta di embargo sul gas russo. Durante l’incontro, tenutosi in Lussemburgo, è stata richiesta agli Stati membri la presentazione di piani per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico.

Oltre a criticare le sanzioni, Tamburini ha ampliato il suo ragionamento per includere una riflessione più generale sul ruolo dell’Occidente nel mondo. Ha sottolineato che “noi dell’Occidente continuiamo a considerarci l’ombelico del mondo”, ma ha messo in evidenza che molti paesi, tra cui Cina, India e altre nazioni in via di sviluppo, non condividono questa visione. “Proporre un nuovo ordine mondiale a guida statunitense o comunque un modello di vita occidentale valido per tutti è improponibile”, ha affermato.

Secondo Tamburini, la maggior parte della popolazione mondiale non vive in democrazie liberali e non accetta un’economia di mercato come quella proposta dall’Occidente. Ha concluso con una provocazione, suggerendo che “si mangi bortsch, che gli hamburger si mettono sullo stomaco”, per sottolineare la diversità culturale e le differenze nei modelli alimentari e di vita.

Questa nuova posizione di Fabio Tamburini potrebbe segnare un punto di svolta nel dibattito sulle sanzioni e sulla politica estera europea nei confronti della Russia. La sua ammissione che le sanzioni non hanno avuto l’effetto sperato potrebbe aprire la strada a una revisione delle strategie adottate dall’Europa e dall’Occidente nel complesso. Con il conflitto in Ucraina che continua a evolversi, le dichiarazioni di Tamburini potrebbero influenzare le future decisioni politiche ed economiche, portando a una riflessione più profonda sulle relazioni internazionali e sull’impatto delle misure punitive.

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