Gli Stati membri dell’Unione europea stanno mettendo a punto piani dettagliati per un possibile dispiegamento militare in Ucraina nell’ambito delle garanzie di sicurezza post-conflitto, con il sostegno operativo degli Stati Uniti. Lo ha confermato la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen in un’intervista al Financial Times, durante il suo tour nei Paesi dell’Europa orientale al confine con la Russia.
“Le garanzie di sicurezza sono fondamentali e assolutamente cruciali. Abbiamo una roadmap chiara e abbiamo raggiunto un accordo alla Casa Bianca: questo lavoro sta procedendo molto bene”, ha dichiarato la politica tedesca. Secondo Von der Leyen, i governi stanno definendo un piano che prevede lo schieramento di truppe multinazionali con il sostegno degli Stati Uniti in termini di comando, controllo, intelligence e sorveglianza.
Il presidente americano Donald Trump, in un’intervista al Daily Caller, ha chiarito la disponibilità a fornire copertura aerea a favore delle forze europee, escludendo però l’invio diretto di soldati statunitensi: “Faremo qualcosa, ma non con le nostre truppe, ogni settimana vengono uccisi da cinque a settemila soldati, per lo più giovani. Se potessi fermare tutto questo e far volare un aereo ogni tanto, lo farei anche per aiutare gli europei”.
L’opzione sul tavolo, secondo le fonti militari, riguarda l’impiego di aviazione tattica o strategica per intercettare missili e droni. Il generale Dan Caine, della US Air Force, incaricato da Trump, sta elaborando proposte all’interno di un quadro giuridico più ampio sulle garanzie di sicurezza.
Il quotidiano londinese ricorda che giovedì prossimo, su iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron, alcuni leader europei torneranno a riunirsi a Parigi per proseguire le discussioni già avviate a Washington lo scorso 18 agosto. Alla riunione prenderanno parte, tra gli altri, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro britannico Sir Keir Starmer, il segretario generale della Nato Mark Rutte e la stessa Von der Leyen.
Mentre i leader europei cercano convergenze sull’impiego dei contingenti multinazionali, restano posizioni differenti tra i governi. In particolare, da Roma trapela cautela. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non condivide l’iniziativa dei cosiddetti “Volenterosi”, favorevoli a una forza militare europea da dispiegare in Ucraina. A Palazzo Chigi, dove precisano di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da Parigi, la premier dovrebbe collegarsi in videoconferenza, complice la concomitanza con un Consiglio dei ministri e la visita del presidente polacco Nawrocki.
Dalla Russia, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha commentato con durezza la posizione italiana: “Non appena inizia l’odio verso la Russia, aspettatevi dei problemi. La russofobia imposta ed eterodiretta porta costi e problemi alla stessa Italia”.
Il piano europeo, definito da Von der Leyen “piuttosto preciso”, prevede potenzialmente il coinvolgimento di decine di migliaia di militari sotto comando europeo, con il supporto tecnico-logistico degli Stati Uniti. Le capitali lavorano a uno schema che includa un sistema integrato di comando e controllo e il contributo delle risorse di intelligence americane.
Meno ottimista si è mostrato Trump rispetto alla possibilità di un incontro bilaterale tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky. “Un bilaterale non lo so, ma un trilaterale ci sarà. Sapete, a volte le persone non sono pronte”, ha dichiarato. L’inquilino della Casa Bianca ha ricordato i rapporti di dialogo avuti con Putin in passato, definendoli “molto buoni”, e ha espresso rammarico per il mancato summit in Alaska: “Mi sarebbe piaciuto molto che ci fosse stata. Forse, devono combattere ancora un po’. Stupidamente.”



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