Un bambino di soli 9 mesi, residente a Vibonati, è ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale pediatrico Santobono di Napoli. Il piccolo è stato trasportato d’urgenza in elicottero lo scorso 6 giugno dall’ospedale di Sapri, dove era stato inizialmente portato dalla madre e dal compagno. Al suo arrivo, i medici hanno riscontrato un grave edema cerebrale che ha richiesto due interventi chirurgici. Sul corpo del bambino sono state inoltre rilevate fratture pregresse al femore e alle costole, sollevando interrogativi sulle cause delle sue condizioni.
Le autorità competenti stanno indagando per far luce su quanto accaduto. La Procura della Repubblica di Lagonegro ha avviato un’indagine contro ignoti, delegando i carabinieri della compagnia di Sapri a condurre gli accertamenti. La madre del bambino, il suo attuale compagno e altri familiari sono stati interrogati nei giorni scorsi per raccogliere informazioni utili al caso.
Nel frattempo, il Tribunale per i Minorenni di Potenza ha adottato un provvedimento cautelare sospendendo temporaneamente la responsabilità genitoriale della madre. Inoltre, è stato disposto il divieto di avvicinamento sia per il bambino ricoverato che per il fratellino di 4 anni, che attualmente si trova in una struttura protetta. Questa misura è stata presa per garantire la sicurezza e il benessere di entrambi i minori.
Il padre biologico del bambino, rappresentato dall’avvocato Franco Maldonato, ha espresso incredulità riguardo all’ipotesi di maltrattamenti da parte della sua ex compagna. “Non riesce a credere che possa esserci stata una condotta maltrattante della sua ex compagna nei confronti del bambino e non intende puntare l’indice nei confronti di alcuno”, ha dichiarato il legale all’Ansa. Tuttavia, il padre ha richiesto che venga fatta piena luce sulla situazione, in particolare sulle fratture pregresse riscontrate sul corpo del piccolo.
Secondo quanto riferito dall’avvocato Maldonato, il padre non era presente nei luoghi frequentati dal bambino nel giorno in cui si ritiene siano avvenute le lesioni. “Al momento in cui gli investigatori fanno risalire l’origine delle lesioni, era in altro luogo rispetto a quelli quel giorno frequentati dal piccolo, come emerge anzitutto dalle dichiarazioni rese ai carabinieri dalla madre dei suoi bambini, che ha avvisato il padre del malessere del bambino quando si trovava già al pronto soccorso”, ha spiegato il legale.
Un aspetto importante da considerare è la possibilità che l’emorragia cerebrale del bambino sia stata causata da un evento spontaneo e non da un trauma esterno. “Prendiamo atto – dice Maldonato – per onestà intellettuale, che in relazione all’emorragia cerebrale i sanitari del Santobono hanno ipotizzato un evento spontaneo, che escluderebbe un trauma esterno, diretto o indiretto”. Questo elemento potrebbe rivelarsi cruciale per determinare le cause delle gravi condizioni del piccolo.
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