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Un cadavere in avanzato stato di decomposizione recuperato tra Cerboli e Palmaiola, tra l’Elba e Piombino, mentre la Procura ha avviato accertamenti necroscopici per stabilire identità e cause.



Un ritrovamento carico di inquietudine ha scosso le acque tra gli isolotti di Cerboli e Palmaiola, nel canale di Piombino, al largo della costa orientale dell’Isola d’Elba. Nel primo pomeriggio di venerdì, un diportista di passaggio ha notato qualcosa di sospetto galleggiare: si trattava dei resti umani in avanzata decomposizione, scoperta che ha fatto scattare l’allarme al 1530  .



Immediatamente è stata inviata una motovedetta della Guardia costiera di Piombino, giunta sul luogo segnalato per recuperare il corpo. Gli operatori hanno trovato esclusivamente la metà inferiore del cadavere – indossante pantaloni e scarpe – mentre la parte superiore risultava mancante, complice la degradazione causata dall’acqua e la presenza di animali marini  . Le condizioni del corpo, così deteriorate, impediscono un primo riconoscimento, tanto che nemmeno il sesso della vittima può essere determinato sul posto  .

La salma è stata trasferita nella sala mortuaria del cimitero di Piombino su disposizione della Procura di Livorno, che ha aperto un fascicolo. Il pubblico ministero ha disposto un esame necroscopico con l’obiettivo di ottenere reperti utili all’identificazione. Verranno inoltre eseguite verifiche incrociate con registri di persone scomparse nelle ultime settimane  .

Gli investigatori mantengono la massima cautela, mentre le autorità locali e la Guardia Costiera collaborano con i medici legali: l’identificazione è l’unico modo per dare un nome alla vittima e comprendere circostanze, tempo e causa della morte. Al momento, rimane un enigma anche l’origine del corpo, il cui arrivo in mare potrebbe essere stato favorito dalla corrente, che ne complica il tracciamento nel Mediterraneo  .

Il quotidiano Il Tirreno è stato il primo a riportare la vicenda, che sta scuotendo la comunità dell’arcipelago toscano  . Le forze dell’ordine hanno dichiarato di attendere riscontri dagli esami con un’attenzione particolare: “Serviranno ora tutte le analisi necessarie per tentare di risalire all’identità della vittima”  .

Tra le ipotesi al vaglio vi è un possibile collegamento con persone scomparse in zona, ma tale pista dovrà trovare conferma nelle analisi forensi. In attesa dei risultati, permangono gli interrogativi: chi era la vittima? Come e quando è deceduta? Perché il corpo è stato gettato o è finito in mare? Nessuna risposta è ancora pronta. La Procura continua a monitorare la situazione in stretto coordinamento con la Capitaneria di Portoferraio, competente per le acque circostanti Palmaiola  .

Il ritrovamento mette in luce anche la pericolosità e l’enigmaticità di un’area marina già nota per le sue correnti: isolotti come Cerboli, un tempo sede di cave e oggi parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, insieme alla confinante Palmaiola, costituiscono zone protette con fondali ricchi e variegati  .

Le indagini sono in corso e le prossime ore saranno cruciali. Le analisi biologiche e necroscopiche rappresentano l’unica speranza per avanzare nell’identificazione e far luce su un ritrovamento che rimane, per ora, un inquietante mistero.



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