Il sabato sera di Tolentino si è trasformato in tragedia. La 45enne Gentiana Kopili, badante di origine albanese e madre di due figli, è stata colpita a morte con circa dieci coltellate da Nikollaq Hudhra, 55 anni. L’uomo, secondo gli inquirenti, aveva progettato l’attacco con lucidità: era arrivato dalla sua residenza umbra nascondendo un coltello sotto la tuta, e, dopo aver preso il figlio minore, si era appostato in via Benadduci per intercettare la donna, colpendola alle spalle quando questa raggiungeva il luogo di lavoro .
Di fronte alle autorità ha confessato motivando il gesto con la convinzione che la ex moglie volesse avvelenare lui e i figli: “Voleva avvelenare i figli e io dovevo salvarli” . Già in passato, tra il 2018 e il 2019, Hudhra aveva denunciato la donna con accuse di tentato omicidio per lo stesso motivo, però archiviate dagli investigatori .
Chi la conosceva parla di una donna instancabile e dedita alla famiglia. Carmen Nunno, disabile che viveva con l’assistenza di Gentiana, ricorda: “Gentiana era una donna onesta, buona, umile, seria. Più di un’amica per me. Una sorella” . Stessa ammirazione da parte del collega Elia Feliziani, che la definisce una persona che “viveva per loro”, pensando sempre ai figli: Samuel, 23 anni, e Mario, 21 .
Anche l’avvocato Guglielmo De Luca, che l’aveva seguita nella separazione (nel gennaio 2022), racconta di uno scenario di controllo per anni: Hudhra metteva catene al frigorifero, chiudeva la porta della camera da letto costringendola a dormire sul divano, e non si fidava nemmeno del caffè che lei gli preparava . Nonostante i maltrattamenti, la separazione è stata consensuale, ma l’uomo continuava a tormentarla con atteggiamenti ossessivi .
Il duplice piano – quello della vendetta tragica e del presunto salvataggio – è l’elemento chiave del delitto. Il pm contesta le aggravanti della premeditazione, del vincolo coniugale e della crudeltà, mentre la difesa annuncia una possibile perizia psichiatrica . L’autopsia, affidata al medico legale Antonio Tombolini, confermerà i fendenti fatali alla schiena, al collo e alle spalle, con un’arma da cucina dalla lama lunga 18 cm .
Il killer non ha nascosto la scena dopo il gesto: si è seduto su una panchina vicina al corpo, dicendo ai testimoni “Ora chiamate i carabinieri”, e ha atteso l’arrivo delle forze dell’ordine, visibilmente impassibile .
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