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Un derivato stabilizzato dell’acido carnosico, chiamato diAcCA, elimina placche e grovigli cerebrali e ripristina memoria nei test su topi, offrendo nuova speranza per l’Alzheimer



Un gruppo di scienziati statunitensi ha messo a punto una forma stabile di acido carnosico, un antiossidante e antinfiammatorio naturale presente in rosmarino e salvia. Il derivato, denominato diAcCA, è stato testato su topi affetti da Alzheimer secondo il modello 5xFAD, mostrando risultati notevoli.



Durante uno studio preclinico durato tre mesi, ai roditori è stato somministrato diAcCA, che viene convertito in acido carnosico nell’intestino prima di essere assorbito nel flusso sanguigno. Questo ha garantito una bio‑disponibilità terapeutica nel cervello, senza segnali di tossicità  .

L’effetto sui topi è stato sorprendente: riduzione delle placche di beta‑amiloide e dei grovigli di tau fosforilata, un aumento della densità sinaptica e un miglioramento significativo delle prestazioni nei test cognitivi, come il water maze. In alcuni casi, le capacità mnemoniche sono tornate “praticamente alla normalità” .

Secondo Stuart A. Lipton, docente e co‑autori della ricerca, il farmaco agisce attraverso l’attivazione del percorso trascrizionale Nrf2, contrastando infiammazione e stress ossidativo. Ha spiegato: “By combating inflammation and oxidative stress with this diAcCA compound, we actually increased the number of synapses in the brain” e “We also took down other misfolded or aggregated proteins such as phosphorylated‑tau and amyloid‑β”  .

Il composto mostra inoltre un’azione selettiva: si attiva soltanto nelle aree cerebrali infiammate, riducendo così gli effetti collaterali potenziali .

Poiché il carnosic acid è inserito dalla FDA nella lista GRAS (“generally regarded as safe”), la via verso le sperimentazioni cliniche umane potrebbe essere rapida. Il team ritiene che diAcCA possa potenziare l’efficacia di trattamenti esistenti – ad esempio anticorpi monoclonali – riducendone le controindicazioni  . Si ipotizza anche un possibile impiego terapeutico in patologie neurodegenerative come Parkinson o malattie infiammatorie quali diabete e cardiopatie .

La ricerca, intitolata diAcCA, a Pro‑Drug for Carnosic Acid That Activates the Nrf2 Transcriptional Pathway, Shows Efficacy in the 5xFAD Transgenic Mouse Model of Alzheimer’s Disease, è stata pubblicata su Antioxidants il 28 febbraio 2025  . Il lavoro vede la collaborazione tra The Scripps Research Institute di La Jolla, l’Università della California di San Diego e la società Socrates Biosciences, Inc., con la direzione scientifica di Stuart A. Lipton.

In conclusione, diAcCA rappresenta un candidato farmacologico promettente contro l’Alzheimer, capace di eliminare i biomarcatori della malattia e invertire il declino cognitivo in modello murino. Se confermato nell’uomo, potrebbe segnare un importante passo avanti nella cura della demenza.


Sintesi dei principali risultati preclinici su modelli murini:

  • Conversione intestinale in acido carnosico e forte biodisponibilità cerebrale

  • Eliminazione delle placche di beta‑amiloide e grovigli di tau

  • Ripristino della densità sinaptica

  • Miglioramento significativo delle performance cognitive

  • Nessuna tossicità evidente

Prospettive future:

➡︎ Avvio rapido della sperimentazione clinica grazie allo status GRAS

➡︎ Possibile uso sinergico con terapie già approvate

➡︎ Estensione dell’impiego ad altre patologie infiammatorie e neurodegenerative


Sono in corso studi di fase iniziale sull’uomo: ci vorranno comunque tempo e verifiche per stabilire efficacia e sicurezza. Tuttavia, i risultati ottenuti sui topi suggeriscono che diAcCA possa veramente cambiare il paradigma terapeutico per l’Alzheimer.



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