L’eurodeputato Roberto Vannacci ha replicato con veemenza al giornalista Massimo Gramellini, criticandolo duramente dopo che quest’ultimo lo aveva definito “servo” e accusato di body shaming in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera. La querelle era iniziata quando Vannacci ha criticato la giornalista e attivista Carola Rackete per un suo post sociale, inserendo foto che enfatizzavano le sue gambe non depilate.
Nel suo intervento, Vannacci ha ironizzato: “Non sapevo che Gramellini, oltre a esercitare in qualità di giornalista alla quinoa, fosse anche l’avvocato di Carola Rackete”. Sottolineando una presunta difesa dell’ex capitana della Sea‑Watch 3, l’eurodeputato leghista ha aggiunto: “Gramellini, continui con la penna al tofu perché parrebbe che la toga non le calzi affatto bene”. L’attacco mette in luce la dura polemica: Vannacci accusa Gramellini di trasformarsi in avvocato difensore di Rackete, aggiungendo un commento ironicamente sprezzante sulla sua presunta conversione da giornalista a legale.
La replica di Gramellini non si è fatta attendere sul Corriere.it: definendo Vannacci “servo della feccia”, lo giornalista critica il suo utilizzo di immagini delle gambe non depilate di Rackete, che, a suo avviso, avrebbero poco a che fare con il dibattito politico e molto con un attacco personale. Gramellini scriveva:
“Se tirassimo in ballo il sessismo e il body shaming, il Vannacci se li appunterebbe al petto (depilato?) come medaglie al valore” .
Nel suo articolo, Gramellini ha poi tratteggiato la figura di un esponente della destra dura, elegante e raffinatissimo, definito “nostalgico di Salò”, utilizzando l’esempio del colonnello G. che, se avesse incontrato Rackete, le avrebbe detto: “Signorina, si copra quelle gambe: un po’ di contegno, perdiana!”, ma sempre con educazione, baciamano e sguardo di condanna ().
Il botta e risposta ha alimentato un acceso dibattito. Da un lato, Vannacci si è giustificato affermando che la scelta di Rackete di mostrare le gambe pelose sarebbe stata deliberata, ribaltando l’accusa di sessismo: “Se una Signora mette deliberatamente in evidenza delle gambe pelose, perché la riproposizione dovrebbe apparire sessista?” .
Dall’altro lato, Gramellini ha contestato questo approccio, definendolo una forma di “body shaming”, che decontestualizza la vicenda e sposta il focus sul corpo anziché sui contenuti politici e istituzionali. Il giornalista ha anche evocato la comunità di destra tradizionalista, per sottolineare un contrasto con le posizioni di Vannacci ().
La vicenda ha scatenato reazioni e riflessioni trasversali sull’opportunità di commentare aspetti estetici, e sul confine tra satira, critica politica e attacco personale. Su questo sfondo, Vannacci si trova anche alle prese con altri fronti: è stato sospeso per 11 mesi dal servizio militare a causa di un’indagine interna sull’uso di linguaggio ritenuto inappropriato nel suo libro Il mondo al contrario , e sta già affrontando processi per diffamazione a seguito di contenuti controversi nei suoi scritti .
Sul piano politico, l’eurodeputato — che ha alle spalle una carriera operativa in forze speciali in Iraq, Afghanistan e in Libia — continua a svolgere il suo mandato tra Lega e Patrioti per l’Europa, non senza polemiche dovute ai suoi commenti su tematiche sociali, come omosessualità, disabilità e immigrazione, spesso ritenuti divisivi ().
Dal canto suo, Gramellini non ha lasciato cadere la polemica, richiamando l’attenzione sull’importanza del contenuto del dibattito pubblico, contro l’uso di immagini che distolgono l’attenzione dai temi politici. Il giornalista ha espresso una certa delusione per l’utilizzo, definito offensivo e di cattivo gusto, della fotografia dell’ex attivista ().
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