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Un parroco di Przypki confessa un atroce omicidio: senzatetto ucciso con un’ascia e bruciato vivo in strada per un contrasto su un contratto immobiliare



Un drammatico episodio ha sconvolto la comunità di Przypki, in Polonia, dove un sacerdote di 60 anni è stato arrestato con l’accusa di aver brutalmente ucciso un uomo di 68 anni, senza fissa dimora. Il movente del crimine sembra essere legato a un disaccordo su un contratto di donazione immobiliare. La vittima, colpita con un’ascia e poi cosparsa di benzina, è stata trovata bruciata viva in una strada di campagna.



La tragedia si è consumata nella serata di giovedì, quando il parroco e la vittima stavano viaggiando insieme in auto. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i due avrebbero avuto una discussione accesa riguardo alla scelta dell’alloggio che il sacerdote avrebbe dovuto garantire al senzatetto, in cambio della donazione di un immobile. Durante la lite, il religioso avrebbe fermato l’auto, colpito l’uomo con un’ascia e successivamente dato fuoco al corpo mentre la vittima era ancora viva.

L’allarme è scattato intorno alle 22, grazie a un passante che si è imbattuto nella scena macabra: il corpo dell’uomo avvolto dalle fiamme e una tanica di benzina accanto. Poco distante, un fuoristrada era parcheggiato con i fari spenti e si è rapidamente allontanato dal luogo del crimine. I soccorsi e le forze dell’ordine sono intervenuti prontamente, ma nonostante gli sforzi dei vigili del fuoco per spegnere l’incendio, l’uomo è deceduto sul posto a causa delle gravissime ustioni.

La polizia ha rinvenuto diversi elementi sulla scena del delitto: una scarpa, una dentiera, un contenitore con sostanza infiammabile e un’ascia insanguinata. Questi indizi hanno portato gli investigatori a identificare rapidamente il veicolo in fuga e il suo proprietario, il parroco della parrocchia di Przypki. L’uomo è stato arrestato il giorno successivo nei locali della canonica e ha confessato il crimine.

Secondo le dichiarazioni della portavoce della Procura Distrettuale di Radom, il sacerdote ha ammesso le sue responsabilità, spiegando che il movente era legato al contratto di donazione immobiliare stipulato con la vittima. L’accordo prevedeva che il religioso fornisse assistenza a vita al senzatetto e gli trovasse una sistemazione stabile. Tuttavia, le divergenze sulla scelta dell’alloggio hanno portato a tensioni crescenti tra i due.

Durante l’interrogatorio, il sacerdote ha raccontato i dettagli dell’omicidio: “Il prete ha confessato che stavano viaggiando su un’auto su una strada di campagna e stavano litigando. Quando la lite è degenerata, il sacerdote ha tirato fuori un’ascia e ha colpito l’amico alla testa. Poi gli ha dato fuoco mentre era ancora vivo ed è scappato”, ha dichiarato il procuratore. Il medico legale ha confermato che la causa della morte è stata legata alle ustioni sull’80% del corpo della vittima, oltre alle ferite alla testa provocate da un’arma pesante e affilata.

L’episodio ha lasciato sgomenta la comunità locale e sollevato interrogativi sulla figura del sacerdote coinvolto nel crimine. La parrocchia di Przypki era conosciuta per le attività di supporto sociale promosse dal religioso, rendendo ancora più incredibile quanto accaduto. Le autorità continuano a indagare per ricostruire ulteriormente i dettagli della vicenda e verificare se vi siano altri elementi rilevanti legati al contratto di donazione.

Questo caso rappresenta uno dei crimini più efferati registrati nella regione negli ultimi anni, suscitando grande attenzione mediatica e indignazione tra la popolazione. La Procura Distrettuale di Radom ha confermato che il sacerdote sarà processato per omicidio volontario aggravato, rischiando una condanna pesante per le sue azioni.

La vicenda evidenzia quanto possano essere complesse le dinamiche umane dietro gesti estremi come quello avvenuto a Przypki, dove un contrasto apparentemente legato a questioni materiali si è trasformato in una tragedia irreparabile.



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