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Un team di ricerca giapponese ha identificato un nuovo bersaglio terapeutico per il cancro al seno triplo negativo, riducendo le metastasi in esperimenti su modelli animali



Un gruppo di scienziati giapponesi ha fatto significativi progressi nella lotta contro il cancro al seno triplo negativo (TNBC), una delle forme più aggressive di questo tipo di tumore. Il team, guidato da ricercatori dell’Istituto di Medicina dell’Università di Tsukuba, ha dimostrato la possibilità di sopprimere le metastasi in test di laboratorio utilizzando modelli murini. Questa scoperta potrebbe aprire la strada a nuove e innovative terapie per un cancro che colpisce circa 8.000 donne ogni anno in Italia, prevalentemente sotto i 50 anni.



Il cancro al seno triplo negativo è caratterizzato dall’assenza di recettori per gli estrogeni (ER), per il progesterone (PR) e dalla non sovraespressione della proteina HER2. Queste caratteristiche rendono il TNBC particolarmente difficile da trattare, poiché molte delle terapie attualmente disponibili si basano proprio su questi recettori. L’aggressività di questo tipo di tumore, unita alle limitate opzioni terapeutiche e al maggiore rischio di recidive, rende urgente la ricerca di nuove strategie di trattamento.

Nel nuovo studio, i ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione sulle alterazioni del microambiente tumorale (TME), un fattore cruciale nel processo metastatico. Le metastasi si verificano quando le cellule tumorali si staccano dal tumore primario e migrano attraverso il flusso sanguigno o il sistema linfatico, stabilendosi in altri organi e formando nuovi tumori. Le metastasi sono responsabili della maggior parte dei decessi legati al cancro, sottolineando l’importanza di affrontare questo aspetto della malattia.

Il team di ricerca, composto da Thuy Linh Dang Cao, Kunio Kawanishi e Mitsuyasu Kato, ha identificato la glicoproteina B del melanoma non metastatico (GPNMB) come un potenziale bersaglio terapeutico. Questa proteina è sovraespressa nelle cellule di alcuni tipi di carcinoma mammario triplo negativo e gioca un ruolo chiave nel processo metastatico. Tuttavia, i meccanismi molecolari che governano questa interazione non erano completamente chiari fino a questo studio.

I ricercatori hanno scoperto che la GPNMB modifica il microambiente tumorale e altera la funzione dei macrofagi, cellule immunitarie fondamentali per la risposta del corpo contro le minacce. La trasformazione indotta dalla GPNMB rende i macrofagi immunosoppressivi, favorendo così la crescita del tumore e la diffusione delle metastasi. Inoltre, è stato osservato che la proteina GPNMB induce un cambiamento nell’acido sialico, consentendo alla proteina di legarsi a un recettore specifico dei macrofagi noto come Siglec-9. Questo passaggio è cruciale, poiché rende i macrofagi inefficaci nel combattere le cellule tumorali.

Per testare questa teoria, i ricercatori hanno condotto esperimenti su modelli murini affetti da tumori polmonari, bloccando sia la forma murina di Siglec-9, chiamata Siglec-E, sia la proteina GPNMB. I risultati hanno mostrato una significativa riduzione delle metastasi e un cambiamento positivo nel microambiente tumorale. Queste scoperte suggeriscono che la GPNMB rappresenta un promettente bersaglio terapeutico, aprendo la possibilità di sviluppare farmaci in grado di contrastare le metastasi nel cancro al seno triplo negativo.

Tuttavia, è importante notare che questi risultati derivano da studi preclinici su modelli animali. Prima che questa ricerca possa tradursi in una terapia efficace per i pazienti, sarà necessario un lungo processo di sviluppo e sperimentazione clinica. I dettagli dello studio, intitolato “Tumor-expressed GPNMB orchestrates Siglec-9+ TAM polarization and EMT to promote metastasis in triple-negative breast cancer”, sono stati pubblicati sulla rivista PNAS, contribuendo a una crescente comprensione dei meccanismi biologici alla base del cancro al seno triplo negativo.



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