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Un uomo di 43 anni, Bradley Rhoton, ha vissuto un incubo durato sei anni a causa di una diagnosi errata per un problema respiratorio inizialmente attribuito a un setto nasale deviato



Nel 2017, Bradley Rhoton, un uomo oggi 43enne residente negli Stati Uniti, ha iniziato a percepire un insolito fischio durante la respirazione. Il problema si è manifestato mentre era intento a intagliare zucche per Halloween con sua moglie. Questo sibilo, che sembrava provenire dal nulla ogni volta che inspirava, lo ha spinto a consultare un otorinolaringoiatra.



Il medico ha attribuito il disturbo a un setto nasale deviato, una condizione comune in cui la parete che separa le narici non è perfettamente dritta. Per risolvere il problema, gli è stato consigliato un intervento chirurgico per correggere il setto e ridurre i turbinati, piccole strutture all’interno del naso che hanno il compito di riscaldare, umidificare e filtrare l’aria inalata. I turbinati, in alcuni casi, possono ingrossarsi o infiammarsi, causando difficoltà respiratorie. Quando i trattamenti farmacologici si rivelano inefficaci, è possibile ricorrere alla loro riduzione o rimozione.

Convinto che l’intervento potesse risolvere il fastidioso problema, Rhoton si è sottoposto all’operazione nell’aprile del 2018. Tuttavia, quello che sembrava essere un semplice intervento correttivo ha dato origine a complicazioni inaspettate.

Dopo l’operazione, Rhoton ha iniziato a sperimentare sintomi sempre più gravi. “Mi sentivo come se stessi soffocando”, ha raccontato al Washington Post. Le sue vie aeree risultavano costantemente congestionate, impedendogli di respirare correttamente attraverso il naso. Inoltre, si erano formate croste dolorose accompagnate da una sensazione di bruciore. La necessità di respirare esclusivamente dalla bocca lo faceva sentire come se avesse un raffreddore cronico. Le notti insonni e la stanchezza accumulata hanno avuto un impatto significativo sulla sua qualità della vita.

Nonostante l’intervento, il fischio al naso è tornato dopo poche settimane. Nessun trattamento – spray nasali, decongestionanti o antiallergici – sembrava alleviare i suoi sintomi. La frustrazione di Rhoton è cresciuta al punto da spingerlo a consultare altri specialisti, tra cui due ulteriori otorinolaringoiatri. Tuttavia, i medici continuavano ad affermare che il suo naso era “perfettamente guarito” e che non c’era alcun problema evidente.

Mi dicevano che il mio naso sembrava a posto, che era dritto e guarito, e che non c’era niente che non andasse”, ha dichiarato Rhoton, ricordando come alcuni specialisti suggerissero che il problema potesse essere “nella sua testa”. A quel punto, l’uomo ha iniziato a dubitare che i suoi sintomi fossero realmente legati al naso o all’intervento subito. Ha persino preso in considerazione l’idea che potessero essere causati da un disturbo del sonno.

Un esperto in medicina del sonno gli ha diagnosticato una lieve apnea notturna e prescritto una maschera per CPAP (Continuous Positive Airway Pressure). Tuttavia, anche questo trattamento non ha portato alcun miglioramento alla sua condizione. La situazione è rimasta invariata per anni, mentre Rhoton continuava a cercare risposte.

Dopo sei anni di sofferenze e visite presso 17 medici diversi, finalmente è stato possibile individuare la vera causa del suo problema. Sebbene i dettagli della diagnosi definitiva non siano stati divulgati nell’articolo originale, il caso di Bradley Rhoton rappresenta un esempio significativo delle difficoltà che possono derivare da diagnosi errate o incomplete. La sua esperienza sottolinea l’importanza di approfondire le indagini mediche in presenza di sintomi persistenti e di non arrendersi davanti alle difficoltà.



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