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Un vigile del fuoco volontario di Arco di Trento si sente male dopo due interventi consecutivi per il caldo intenso. Al pronto soccorso gli viene richiesto un ticket di 50 euro



Un episodio che ha lasciato perplessi molti cittadini si è verificato ad Arco di Trento, dove un vigile del fuoco volontario, impegnato in due interventi consecutivi nel giro di poche ore, ha accusato un malore dovuto al caldo intenso e allo sforzo fisico. Trasportato al pronto soccorso per accertamenti, si è visto consegnare un bollettino da 50 euro per il ticket sanitario, suscitando reazioni di sorpresa e amarezza.



La vicenda ha avuto inizio nella notte, quando il vigile è stato chiamato a intervenire per spegnere un incendio scoppiato in un magazzino di legname situato nella zona industriale della città trentina. Dopo aver lavorato per ore nell’oscurità, è rientrato a casa solo all’alba, giusto il tempo di cambiarsi e riposarsi brevemente. Tuttavia, verso mezzogiorno, un nuovo allarme lo ha richiamato in azione: questa volta le fiamme avevano colpito il tetto dello storico palazzo Marchetti, nel centro di Arco.

Sotto il sole cocente e dopo ore di lavoro continuativo, il vigile ha iniziato a sentirsi male, probabilmente a causa di un colpo di calore. Per precauzione, è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale locale, dove è rimasto in osservazione per alcune ore. Ancora in divisa, è stato dimesso senza particolari complicazioni, ma al suo rientro tra i colleghi ha ricevuto una spiacevole sorpresa: un bollettino da 50 euro per il ticket sanitario.

Il fatto ha suscitato indignazione tra i colleghi del vigile e nella comunità locale. Lo stesso protagonista della vicenda ha deciso di raccontare quanto accaduto al TgR, sottolineando la necessità di una riflessione più ampia sul trattamento riservato ai volontari che dedicano il loro tempo libero al servizio della comunità. “Non è mia consuetudine usare i giornali per denunciare problemi – ha dichiarato – ma ritengo che questo episodio meriti attenzione. Se davvero la Provincia tiene ai suoi volontari, come credo, è necessario che vengano adottate misure per evitare che simili situazioni si ripetano. Siamo al servizio della comunità, non possiamo essere trattati come semplici numeri da un sistema burocratico sordo e cieco”.

La situazione ha spinto il comandante del corpo dei vigili del fuoco volontari a intervenire personalmente per coprire la spesa con i propri soldi, ma l’episodio continua a sollevare interrogativi sulla considerazione riservata a chi presta servizio gratuitamente e con dedizione. “A pagare sarà il comandante, con i suoi soldi – ha aggiunto il vigile – ma la vicenda lascia l’amaro in bocca e solleva interrogativi sulla considerazione riservata a chi presta servizio gratuitamente per il bene di tutti”.

L’accaduto pone l’accento su una questione più ampia: il riconoscimento e il supporto istituzionale verso i volontari che operano in condizioni spesso difficili e rischiose. In molti si chiedono se non sia opportuno prevedere esenzioni o agevolazioni specifiche per chi si dedica al bene comune in modo gratuito, evitando situazioni come quella vissuta dal vigile di Arco di Trento.



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