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Una bambina di 8 anni è morta annegata nella piscina del parco acquatico “Santa Chiara” a Rende. Le autorità hanno avviato indagini per chiarire la dinamica



Una tragedia si è verificata a Rende, in provincia di Cosenza, dove una bambina di otto anni ha perso la vita annegando nella piscina del parco acquatico “Santa Chiara”. L’episodio, secondo le prime informazioni, si sarebbe consumato in pochi istanti mentre la piccola stava giocando in acqua. Si ipotizza che abbia accusato un malore improvviso.



Nonostante l’intervento tempestivo dei sanitari del 118, che hanno tentato di rianimarla, per la bambina non c’è stato nulla da fare. I carabinieri della Compagnia di Rende hanno avviato un’indagine per ricostruire con precisione l’accaduto e verificare eventuali responsabilità. Sul posto sono giunti anche il sindaco della città, Sandro Principe, e alcuni membri della giunta comunale, che hanno espresso il loro cordoglio alla famiglia.

Questo tragico evento si aggiunge a un altro dramma avvenuto pochi giorni fa a Castrezzato, nel Bresciano, dove un bambino di quattro anni è caduto nella piscina di un’abitazione privata il 20 giugno. Nonostante i soccorsi e il ricovero presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il piccolo è deceduto dopo due giorni di agonia. L’incidente ha avuto ulteriori conseguenze tragiche: Matteo Formenti, un istruttore sportivo presente al momento dell’accaduto e amico della famiglia, si sarebbe tolto la vita sopraffatto dal dolore.

Secondo i dati forniti dall’Osservatorio nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), più della metà degli annegamenti in piscina in Italia coinvolge bambini. L’acqua, che spesso rappresenta un luogo di divertimento e svago, può diventare pericolosa in pochi secondi, soprattutto quando i minori non sono adeguatamente sorvegliati. Le linee guida raccomandano di non lasciare mai i bambini incustoditi, nemmeno per brevi momenti, e di non affidarli alla supervisione di altri minori o persone distratte. È inoltre consigliabile dotare le piscine private di sistemi di sicurezza come barriere o allarmi, oltre a promuovere la formazione degli adulti sulle tecniche base di primo soccorso.

Negli ultimi giorni si sono verificati altri episodi simili, fortunatamente senza conseguenze gravi. A Lazise, sul Lago di Garda, e al Country Club di Palermo, situazioni di potenziale pericolo sono state gestite in tempo, evitando tragedie.

Nonostante gli appelli alla prudenza e le iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi legati agli ambienti acquatici, il numero degli incidenti rimane preoccupante. L’estate, che dovrebbe essere sinonimo di leggerezza e spensieratezza, si trasforma per molte famiglie in un periodo segnato da lutti e dolore.

Il sindaco di Rende, Sandro Principe, ha dichiarato: “Siamo profondamente scossi da quanto accaduto. È una tragedia che colpisce tutta la nostra comunità. Siamo vicini alla famiglia in questo momento di immenso dolore.” Anche i carabinieri proseguono il loro lavoro per accertare eventuali responsabilità o negligenze da parte della struttura o del personale presente al momento dell’incidente.

La sicurezza negli ambienti acquatici rimane un tema cruciale. Gli esperti sottolineano l’importanza della prevenzione e dell’educazione, sia per i genitori sia per i gestori di piscine pubbliche e private. La presenza costante di adulti qualificati e attenti è fondamentale per evitare episodi come quelli accaduti a Rende e Castrezzato.



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