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Una donna di 27 anni ha ignorato l’avvertimento di ChatGPT sui suoi sintomi, ma in seguito ha ricevuto una diagnosi di cancro



Marly Garnreiter, residente a Parigi, ha iniziato a soffrire di sudorazioni notturne persistenti e prurito cutaneo all’inizio del 2024, poco dopo aver perso il padre Victor a causa di un tumore al colon. I primi esami medici non avevano rilevato nulla di anomalo e i sintomi erano stati attribuiti allo stress e al dolore per il lutto. Tuttavia, non trovando risposte, Marly ha deciso di inserire i suoi sintomi in ChatGPT, che ha suggerito la possibilità di un tumore del sangue.



Sconvolta dalla risposta, Marly ha chiesto consiglio ai suoi amici, che si sono detti scettici e le hanno raccomandato di affidarsi solo ai medici. Avendo già consultato il proprio medico senza riscontri preoccupanti, Marly ha scelto di ignorare l’indicazione dell’intelligenza artificiale.

Con il passare dei mesi, però, la situazione non è migliorata: oltre alle sudorazioni notturne e al prurito, sono comparsi dolori al petto e una stanchezza crescente. Nuovi esami e una TAC hanno rivelato una massa importante nel polmone sinistro. Dopo ulteriori accertamenti, la diagnosi è stata chiara: linfoma di Hodgkin, un tumore del sangue, proprio come suggerito da ChatGPT quasi un anno prima.

“Mi è sembrato tutto profondamente ingiusto. Non volevo che la mia famiglia dovesse affrontare nuovamente una battaglia contro il cancro”, ha raccontato Marly, che si sta ora preparando alla chemioterapia. La sua esperienza sottolinea quanto sia fondamentale ascoltare il proprio corpo e non trascurare sintomi persistenti, anche quando gli esami sembrano rassicuranti.

Marly invita tutti a non affidarsi ciecamente né all’intelligenza artificiale né ai primi pareri medici, ma a cercare risposte e approfondimenti quando si avvertono segnali anomali. La tecnologia, se usata correttamente, può essere un valido supporto per la diagnosi precoce, ma non deve mai sostituire il consulto con professionisti qualificati.

La storia di Marly riaccende il dibattito sul ruolo dell’IA nella medicina e sull’importanza di non sottovalutare i segnali del proprio corpo, sia che vengano segnalati da strumenti digitali sia da specialisti.



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