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Una forma rara di sarcoma tolse la vita alla madre 30 anni fa: ora il figlio è vicino a creare un farmaco per combatterlo



Paul Workman, noto ricercatore medico inglese, ha dedicato gran parte della sua carriera alla lotta contro il cancro, ma la sua missione è anche profondamente personale. A soli 37 anni, Workman perse sua madre a causa di un cordoma, una rara forma di sarcoma che colpisce la colonna vertebrale cervicale o l’osso sacro.



All’epoca, come raccontato al Guardian, non esistevano cure efficaci per questa malattia, che colpisce circa una persona su un milione. Oggi, però, dopo 36 anni di studi, Workman e un team internazionale di scienziati hanno fatto una scoperta che potrebbe cambiare il destino di chi soffre di questa patologia.

Un tumore raro e difficile da trattare

Il cordoma è un tumore maligno delle ossa, noto per la sua crescita lenta ma estremamente difficile da diagnosticare e trattare. I sintomi possono impiegare anni a manifestarsi, come nel caso della madre di Workman, che soffriva da tempo di dolori alla schiena prima che il tumore fosse scoperto.

Secondo la Chordoma Foundation, questi tumori sono particolarmente complessi da curare perché coinvolgono strutture critiche come il tronco encefalico, il midollo spinale e importanti nervi e arterie. Inoltre, nel 30-40% dei casi, il cordoma può metastatizzare, rendendo ancora più arduo il trattamento.

La svolta: il ruolo della proteina brachiuro

Dopo anni di ricerche, il team di Workman ha individuato un elemento cruciale nella lotta contro il cordoma: la proteina brachiuro. Questa proteina sembra essere essenziale per la sopravvivenza delle cellule tumorali del cordoma, ma inizialmente si è rivelata resistente a qualsiasi farmaco.

La vera svolta è arrivata quando i ricercatori hanno scoperto che sulla proteina brachiuro esistono siti specifici che possono essere utilizzati come bersagli per un trattamento farmacologico.

Attualmente, il gruppo di scienziati sta testando diversi composti chimici che sembrano promettenti per bloccare la proteina brachiuro attraverso questi siti-bersaglio. Se i risultati continueranno a essere positivi, il futuro farmaco potrebbe non solo trattare il cordoma, ma anche essere utilizzato contro altre forme tumorali in stadio metastatico.

Tuttavia, come sottolinea Workman, il percorso è ancora lungo: “Prima di passare alla sperimentazione sull’uomo, dobbiamo testare i composti su linee cellulari di cordoma e successivamente su modelli animali”. Questo processo potrebbe richiedere almeno cinque anni, ma rappresenta una speranza concreta per i pazienti.

Un impegno personale e professionale contro il cancro

La lotta al cancro ha segnato non solo la carriera di Workman, ma anche la sua vita personale. Oltre alla perdita della madre, anni prima aveva perso il padre a causa di un tumore all’intestino. Di recente, lo stesso Workman ha affrontato un cancro alla prostata, dal quale è guarito grazie a una diagnosi precoce e ai progressi della ricerca medica.

Questa nuova scoperta rappresenta per lui non solo un successo scientifico, ma anche un omaggio alla memoria della madre e un passo avanti nella battaglia contro una delle forme di tumore più rare e difficili da trattare.



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