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Chi era la vittima dell’omicidio di Gemona: Alessandro Venier, una vita tra viaggi, sogni e una figlia neonata



Il corpo di Alessandro Venier, un uomo di 35 anni, è stato ritrovato smembrato all’interno di un bidone nella cantina di una casa a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. L’omicidio ha scosso profondamente la comunità locale, soprattutto per la macabra dinamica e per il coinvolgimento di due persone a lui vicine: la madre e la compagna, entrambe fermate dai carabinieri. Le due donne si sono costituite spontaneamente, chiamando le forze dell’ordine dopo aver commesso il delitto.



Alessandro, descritto dai vicini come una persona tranquilla e riservata, lavorava spesso all’estero e sognava di trasferirsi in Colombia, il Paese d’origine della sua compagna. La coppia viveva insieme nella casa dove è avvenuto l’omicidio, insieme alla loro figlia di soli sei mesi, nata lo scorso gennaio. Nonostante fosse conosciuto nel quartiere, il sindaco di Gemona del Friuli, Roberto Revelant, ha dichiarato: “Lo conoscevo di vista ma c’era una certa differenza d’età e non lo vedevo da tempo. Sapevo che lavorava spesso all’estero”.

La madre della vittima era invece più nota nella comunità. Lavorava come infermiera presso l’ospedale locale ed era anche impegnata come formatrice per operatori socio-sanitari. Dopo l’omicidio, la bambina è stata affidata ai servizi sociali, mentre gli investigatori stanno cercando di ricostruire nei dettagli quanto accaduto.

Secondo le prime ricostruzioni, il corpo di Alessandro Venier sarebbe stato segato in tre parti e nascosto con l’uso della calce, probabilmente nel tentativo di occultare i resti. Tuttavia, il gesto delle due donne di costituirsi ha permesso ai carabinieri di intervenire rapidamente. Gli investigatori del Comando provinciale di Udine, supportati dai reparti scientifici, stanno conducendo i rilievi nell’abitazione per chiarire le circostanze del delitto e determinare i ruoli specifici della madre e della compagna.

Nonostante l’avvio delle indagini, il movente dell’omicidio resta ancora un mistero. Non si conosce cosa abbia spinto le due donne a commettere un gesto così estremo nei confronti di Alessandro Venier, né se ci siano stati precedenti episodi di tensione o conflitti all’interno della famiglia. La comunità locale è sotto shock, e molti vicini hanno espresso incredulità per quanto accaduto.

Alessandro, che amava viaggiare per lavoro e sognava una vita in Colombia, era spesso visto passeggiare per le vie del paese insieme alla sua compagna e alla figlia. La coppia era descritta come riservata e poco incline a condividere dettagli della propria vita privata. Questo aspetto rende ancora più difficile per gli investigatori ricostruire il contesto familiare che ha portato al tragico epilogo.

Le indagini proseguono con l’ascolto delle due donne fermate e con l’analisi dei materiali raccolti nella scena del crimine. Gli inquirenti stanno cercando di stabilire se l’omicidio sia stato premeditato o frutto di un impulso improvviso. Nel frattempo, la bambina di sei mesi è stata collocata sotto la tutela dei servizi sociali per garantirne la sicurezza.

La comunità di Gemona del Friuli rimane sgomenta davanti a un evento così drammatico che ha coinvolto una famiglia apparentemente normale. Il caso di Alessandro Venier solleva interrogativi sul rapporto tra le persone coinvolte e sulle motivazioni che hanno condotto a un atto così violento.



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