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Una giornalista racconta la sua esperienza dopo essere stata colpita da un proiettile di gomma durante una protesta a Los Angeles



In un episodio sorprendente e inquietante avvenuto durante le accese proteste a Los Angeles contro le retate federali sull’immigrazione, la giornalista australiana Lauren Tomasi è stata colpita da un proiettile di gomma sparato dalla polizia. Questo gesto, che alcuni hanno definito “intenzionale”, è avvenuto mentre lei stava trasmettendo in diretta dal luogo dei fatti.



Il 6 giugno, agenti federali hanno condotto una vasta operazione, irrompendo in una fabbrica di abbigliamento nel Fashion District di Los Angeles, una delle numerose retate sull’immigrazione segnalate dal New York Times.

La notizia di queste retate si è diffusa rapidamente, spingendo grandi gruppi di manifestanti arrabbiati a riempire le strade. Con cori e slogan, hanno bloccato il traffico e affrontato la polizia e le unità tattiche in un conflitto acceso che ha esasperato le tensioni cittadine.

Con il calare della notte, i manifestanti sono rimasti attivi, continuando a sfidare la polizia e bloccando le strade.

Inizialmente, agli agenti della LAPD era stato ordinato di mantenere le distanze, lasciando gli agenti federali vulnerabili e sopraffatti.

I manifestanti hanno reagito con aggressività, lanciando fuochi d’artificio, mattoni e incendiando veicoli. Il presidente Donald Trump ha quindi ordinato il dispiegamento della Guardia Nazionale, segnando la prima volta dal 1965, durante i disordini di Watts, che truppe federali hanno preso il controllo di Los Angeles senza il consenso dello stato.

Resoconto dal cuore della protesta
Nel mezzo del caos c’era Lauren Tomasi, giornalista australiana, che stava trasmettendo in diretta fuori dal Metropolitan Detention Center, uno dei punti nevralgici delle proteste, per 9News Australia.

«Le autorità hanno ordinato alle persone di lasciare quest’area, ma i manifestanti restano sfidanti,» ha riferito Tomasi in diretta. «Ci sentiamo al sicuro qui, anche se è piuttosto rumoroso. Potete vedere che la polizia sta sparando proiettili di gomma contro i manifestanti.»

La diretta è terminata poco dopo, permettendo a Tomasi e al suo cameraman di trovare un luogo più sicuro, come riportato da 9News.

L’incidente inquietante
Circa un’ora dopo, Tomasi ha ripreso la trasmissione, descrivendo come «la situazione fosse rapidamente peggiorata».

«La LAPD sta avanzando a cavallo,» ha raccontato, mentre in sottofondo si udivano colpi d’arma da fuoco.

Pochi secondi dopo la fine del suo collegamento, un agente avrebbe puntato Tomasi e le avrebbe sparato da breve distanza.

Tomasi, che sta per assumere un ruolo di rilievo come corrispondente da Washington, è stata vista cadere a terra dopo essere stata colpita dal proiettile di gomma, sparato visibilmente da un agente, con il fumo dell’arma ancora nell’aria.

«Hai appena sparato a una giornalista!» ha gridato un manifestante alla polizia, mentre altri si sono precipitati a soccorrere la reporter stordita.

«Sto bene, sto bene,» ha rassicurato Tomasi.

La realtà del reportage in tempi instabili
«Sto bene. Io e il mio cameraman Jimmy siamo al sicuro,» ha confermato Tomasi più tardi quella notte. «Questa è la dura realtà del reportage in situazioni del genere.»

«Oggi è stata una giornata incredibilmente turbolenta nelle strade di Los Angeles, e vorrei condividere con voi la situazione attuale,» ha detto, trasmettendo da strade ormai tranquille dopo il caos. «La città ha chiarito che chiunque venga trovato in queste strade sarà immediatamente arrestato.»

«C’è stato molto malcontento oggi, e ancora di più stanotte,» ha aggiunto, descrivendo la rabbia palpabile tra i residenti.

Attacco mirato e intenzionale?
Con la diffusione globale delle immagini dell’incidente, il dibattito si è acceso: molti sostengono che il colpo sia stato un attacco deliberato a una «giornalista disarmata».

«Lo vedete mirare direttamente a lei. Incredibile,» ha twittato un utente indignato, condividendo un video che mostra l’agente puntare l’arma verso Tomasi.

«Questo agente che ha sparato alla giornalista australiana Lauren Tomasi deve essere immediatamente licenziato. È scandaloso che condannino le rivolte mentre alimentano situazioni come questa,» ha scritto un altro utente.

«Mirato intenzionalmente verso di lei, mentre si allontanava, in diretta. Nessuna minaccia percepita. Linea di tiro libera. Non è stato un colpo accidentale. È stato deliberato!» ha commentato un terzo, condividendo un’immagine che suggerisce l’intenzionalità dell’agente.

Richiesta di responsabilità
L’editore di 9News ha diffuso una nota rassicurando il pubblico sulla sicurezza di Tomasi e del suo cameraman, lodando il loro continuo impegno nel raccontare eventi critici.

«Questo incidente è un chiaro promemoria dei pericoli che i giornalisti affrontano mentre riportano dalle prime linee delle proteste, sottolineando il ruolo cruciale che svolgono nel fornire notizie vitali.»

La senatrice australiana Sarah Hanson-Young ha espresso una dura critica, esortando il Primo Ministro Anthony Albanese a sollevare la questione direttamente con il presidente Trump.

«Le forze statunitensi che attaccano apertamente una giornalista australiana sono assolutamente scandalose,» ha dichiarato Hanson-Young a 9News. «Non può essere accettato e deve essere pubblicamente condannato. Il Primo Ministro deve chiedere immediatamente chiarimenti al governo degli Stati Uniti. Nel suo prossimo incontro con il presidente Trump, la sua richiesta principale dovrebbe essere la cessazione degli attacchi ai giornalisti.»

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