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Una piccola di 19 mesi è stata intubata a Firenze per una polmonite da morbillo: appello alla vaccinazione tempestiva



Una bambina di 19 mesi, di ritorno da un viaggio all’estero, è giunta presso l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze colpita da morbillo e da una gravissima polmonite. Il suo quadro clinico si è rapidamente aggravato, rendendo necessaria l’intubazione e il ricovero in terapia intensiva. Solo grazie a cure tempestive di terzo livello, è stata estratta dal respiratore e trasferita a un reparto ordinario, ma il suo caso rimane un monito concreto sull’importanza della vaccinazione nei bambini più piccoli.



La polmonite causata dal virus del morbillo ha infatti compromesso la capacità respiratoria della piccola paziente, costringendo il personale sanitario del Meyer a intervenire con supporto vitale immediato. Dal ricovero in Rianimazione alla fase di stabilizzazione, la sforzo dei medici ha permesso una ripresa graduale, ma la situazione era critica: “È fondamentale che i bambini vengano vaccinati contro il morbillo e che questo venga fatto rispettando le tempistiche raccomandate dal calendario vaccinale”, ha sottolineato la Prof.ssa Luisa Galli, pediatra infettivologa e responsabile di Malattie infettive presso l’ospedale fiorentino.

Secondo la direttrice del reparto, il caso della bambina “probabilmente ha contratto il morbillo durante un viaggio all’estero”, in un paese ancora ad alto rischio per le malattie esantematiche. Come evidenziato dalla Galli, “Il morbillo può essere ancora pericoloso soprattutto per i bambini più piccoli”, specialmente in assenza di immunizzazione preventiva. Il caso specifico, dunque, ristabilisce con forza la necessità di rispettare i tempi consigliati del calendario vaccinale anche in età inferiore ai due anni.

La piccola, al rientro in Italia, ha manifestato i primi sintomi che si sono ulteriormente aggravati in pochi giorni, precipitando in una condizione respiratoria grave. La diagnosi di una forma severa di polmonite da morbillo — un’infezione polmonare causata dal morbillivirus che colpisce circa il 5% dei piccoli pazienti — ha imposto un trasferimento urgente in rianimazione per ricevere cure di terzo livello, compresa l’intubazione. La polmonite, nei casi gravi, è spesso la causa principale di decesso nei neonati affetti da morbillo, rendendo quasi fatale la situazione della piccina.

Durante il ricovero, la bambina ha ricevuto un supporto intensivo: intubazione, ventilazione assistita e, in nelle fasi successive, ossigenoterapia non invasiva. In pochi giorni ha mostrato segnali di miglioramento, tanto da permettere l’estubazione e il trasferimento in un reparto di degenza ordinaria, lontano dalla Rianimazione. Tuttavia, l’esperienza rimane per i medici un campanello d’allarme importante.

La Prof.ssa Galli ha rilanciato un invito forte e chiaro alle famiglie italiane: “È importante controllare che il bambino sia vaccinato prima di intraprendere un viaggio in paesi dove la circolazione di queste malattie è ampia perché non è stata raggiunta la cosiddetta immunità di gregge”. Con queste parole, ribadisce la necessità di vaccinare i bambini in età precoce seguendo le indicazioni del calendario nazionale, al fine di scongiurare casi estremi come quello affrontato in Toscana.

Nei piccoli al di sotto dei due anni, il morbillo continua infatti a rappresentare una minaccia significativa. La vaccinazione — somministrata di solito a partire dai 12 mesi, con un richiamo tra i 5 e i 6 anni — è riconosciuta come l’unico strumento efficace per prevenire infezioni potenzialmente letali. In Italia, benché la copertura vaccinale sia migliorata rispetto agli anni passati, non ha ancora raggiunto il livello necessario per garantire l’immunità di gregge; resta quindi prioritaria la necessità di rinforzare la diffusione capillare del vaccino MPR (morbillo-parotite-rosolia).

Le autorità sanitarie ribadiscono che il morbillo, oltre a provocare eruzioni cutanee e febbre elevata, può portare a complicazioni serie tra cui encefalite, otite media, disidratazione e la già citata polmonite. I dati mostrano come, nei casi più severi, la polmonite da morbillo possa causare mortalità nei neonati. Per questo motivo, nonostante l’età della bambina — ancora in fase di completamento del ciclo vaccinale — il suo caso viene considerato un campanello di allarme: la vaccinazione, quando somministrata nel momento raccomandato, protegge sì il singolo soggetto, ma contribuisce anche alla sicurezza di tutta la comunità.

La storia della bambina di Firenze assume un valore esemplare in un contesto in cui il viaggiare all’estero, soprattutto verso nazioni con scarsa copertura vaccinale, comporta un rischio concreto. Il messaggio dei medici è rivolto alle famiglie che spesso sottovalutano la necessità del vaccino per i più piccoli. Spesso, la prima dose viene posticipata o omessa; un comportamento che può esporre i bambini a conseguenze gravissime in caso di contagio. La pandemia e la ripresa dei viaggi internazionali hanno messo in evidenza come, anche in una società avanzata, siano possibili focolai di malattie eliminate da decenni.



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