Di recente, mia suocera ha invitato me e mio marito a casa sua, dicendoci che desiderava parlarci di una cosa importante. Con un’espressione seria ma dolce, mi ha porso una scatola enorme. Non immaginavo minimamente cosa potesse contenere.
Mi sono sposata giovane, subito dopo aver terminato gli studi, e da allora sono già trascorsi quindici anni. In questo tempo, la mia vita è cambiata profondamente: sono diventata madre di tre figli, ho costruito una carriera professionale, mi sono dedicata alla crescita personale e oggi curo anche un blog.
Vorrei condividere con voi la storia di una donna che, nel tempo, ha assunto un ruolo fondamentale nella mia vita: mia suocera.
Sono figlia unica e ho perso mia madre quando avevo solo cinque anni. Sono cresciuta con mia nonna, e sinceramente non pensavo che un’altra figura femminile potesse mai occupare nel mio cuore il posto lasciato da mia madre.
Poi è arrivata lei. Mia suocera. Una donna dal carattere forte, talvolta difficile da interpretare, i cui comportamenti non sempre riuscivo a comprendere.
Ricordo, ad esempio, quanto fosse raggiante alla nascita del mio primogenito e, anni dopo, del nostro terzo figlio. Al contrario, quando nacque il secondogenito, sembrò mostrare meno entusiasmo. Col tempo ha imparato ad amarlo con la stessa intensità, ma quel periodo rimane per me un interrogativo senza risposta.
Quando nacque il nostro primo figlio, ci trasferimmo in una casa tutta nostra, ma lei continuava a venire spesso per aiutarci e prendersi cura del piccolo. Oggi ha superato i sessant’anni, ma ancora prepara con amore piatti deliziosi per suo figlio e per me, che ormai sono parte della sua famiglia.
Qualche giorno fa, ci ha chiamati per un incontro speciale. Ci accolse con un sorriso e mi disse:
«Lo so, a volte posso essere difficile, ma voglio che sappiate quanto vi voglio bene.»
Poi, porgendomi la scatola, aggiunse: «Ci ho pensato a lungo… è per voi. Prendetelo.»
Aprii lentamente quella grande scatola, e quando vidi il contenuto, rimasi senza parole: al suo interno c’era un elegante cappotto di visone. Non riuscivo a credere ai miei occhi.
«Mamma… ma da dove vengono questi soldi?» chiesi con voce tremante, incapace di nascondere la sorpresa.
Lei mi guardò con dolcezza e rispose semplicemente: «Non ha importanza. Su, provalo.»
In quel momento, non riuscii a trattenere la commozione. Quel gesto mi ha fatto sentire profondamente amata. So con certezza che mia suocera ha probabilmente risparmiato per anni per potermi fare quel regalo. E non si è trattato solo di un oggetto prezioso: era un segno, tangibile e sincero, del fatto che mi considera parte della sua famiglia.
In quel momento ho capito una cosa: oggi, finalmente, ho una madre.
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