Gli uomini che aspirano a diventare padri dovrebbero evitare l’uso di cannabis per almeno 74 giorni prima del concepimento. Questo è quanto emerge da una ricerca condotta da un team di scienziati americani, guidato dalle professoresse Rose Schrott e Susan K Murphy della Nicholas School of the Environment presso l’Università Duke, in collaborazione con esperti del Duke Center for Genomic and Computational Biology, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia e del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali della Johns Hopkins University di Baltimora.
L’indagine ha analizzato la “qualità” degli spermatozoi di 42 uomini, suddivisi in 18 consumatori abituali di cannabis e 24 non consumatori. I risultati hanno mostrato che negli spermatozoi dei consumatori erano presenti alterazioni epigenetiche associate a condizioni come autismo, sviluppo precoce e altri disturbi neurologici. Questi cambiamenti, secondo gli esperti, potrebbero avere un impatto significativo sulla salute dei futuri figli.
Per approfondire gli effetti della sospensione della cannabis, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti consumatori di interrompere l’uso per un periodo di 77 giorni, leggermente superiore al tempo medio di maturazione degli spermatozoi, che è di 74 giorni. Al termine di questo periodo, nuove analisi hanno rivelato che le alterazioni epigenetiche erano significativamente ridotte, rendendo gli spermatozoi dei consumatori più simili a quelli dei non consumatori.
La professoressa Murphy, in un comunicato stampa, ha spiegato: “Interrompere l’uso di cannabis il più a lungo possibile, almeno per un periodo di 74 giorni prima di provare a concepire, sarebbe una buona idea. Ma direi di interrompere l’uso di cannabis il più a lungo possibile prima del concepimento, che si traduce in più cicli di spermatogenesi”. Tuttavia, ha aggiunto che alcune alterazioni epigenetiche possono persistere anche dopo un periodo prolungato di astensione: “Risolverà tutto? Probabilmente no. Sappiamo che ci sono altri cambiamenti epigenetici emersi nel campione ‘dopo’ che non capiamo ancora, e alcuni di questi cambiamenti sono preoccupanti”.
La ricerca si inserisce in un contesto più ampio che mira a sensibilizzare gli uomini sull’importanza di uno stile di vita sano in vista del concepimento. Mentre alle donne viene spesso raccomandato di evitare alcol, fumo e sostanze stupefacenti durante la gravidanza, studi recenti evidenziano che anche il comportamento maschile può influire sulla salute del nascituro attraverso modificazioni genetiche trasmesse dagli spermatozoi.
Gli effetti della cannabis sugli spermatozoi sono stati oggetto di vari studi negli ultimi anni. Le alterazioni epigenetiche osservate in questa indagine non modificano direttamente la sequenza del DNA, ma influenzano l’espressione dei geni, con potenziali conseguenze sullo sviluppo neurologico e comportamentale dei figli. Questi risultati sottolineano l’importanza di una maggiore consapevolezza riguardo al ruolo paterno nella trasmissione genetica e nella salute dei futuri bambini.
La professoressa Schrott, coautrice dello studio, ha dichiarato che ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno l’impatto delle alterazioni epigenetiche osservate e per identificare eventuali strategie per mitigarne gli effetti. Ha inoltre sottolineato l’importanza di educare i futuri genitori sui rischi associati al consumo di sostanze stupefacenti: “Questi risultati rappresentano un passo importante verso la comprensione del ruolo degli uomini nella salute riproduttiva e nello sviluppo dei figli. Speriamo che questa ricerca possa stimolare ulteriori studi e una maggiore consapevolezza”.
In conclusione, lo studio condotto dagli scienziati delle università Duke e Johns Hopkins mette in evidenza come il consumo di cannabis possa avere ripercussioni non solo sulla salute individuale, ma anche sulla qualità degli spermatozoi e, di conseguenza, sulla salute dei futuri figli. Gli esperti raccomandano agli uomini che desiderano diventare padri di adottare uno stile di vita sano e di evitare il consumo di cannabis per un periodo prolungato prima del concepimento.
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