Dietro il personaggio di Palma Rizzo, interpretato nella serie “Il Paradiso delle Signore”, si celava una personalità complessa e affascinante. Valentina Tomada, attrice e regista scomparsa prematuramente all’età di 55 anni, aveva una vita privata ricca di affetti, interessi e creatività. Attraverso il suo sito ufficiale, l’artista aveva condiviso dettagli della sua quotidianità, descrivendo con sincerità e originalità le sue passioni e il suo carattere.
La famiglia era il fulcro della sua vita. Valentina era profondamente legata al marito, Eugenio, che definiva “l’unico in grado di apprezzarmi nella mia globalità anche se ogni tanto protesta per il mio disordine”. Il loro rapporto era basato su complicità e accettazione reciproca. “Gli ho detto che non mi occupo di contabilità, e dunque caro, sopportami (naturalmente è reciproco)”, scriveva con ironia nelle sue note autobiografiche.
La figlia Eva rappresentava per lei “la cosa più bella che sono riuscita a fare nella mia vita”, un motivo di orgoglio e fonte di gioia quotidiana. A completare il quadro familiare c’era l’amata cagnolina Lola, che definiva “fedele compagna che riesce ad amarmi anche quando ho le paturnie (e starmi vicino non è semplice)”.
Tra le mura domestiche, Valentina coltivava una grande passione per la cucina e l’ospitalità. “Mi piace cucinare”, raccontava, condividendo aneddoti sulle sue cene, che a volte raggiungevano numeri sorprendenti: “L’ultima volta ho esagerato: 58 persone a cena…”. La sua casa era un luogo di convivialità, dove amava accogliere amici e condividere momenti di dialogo e scambio. Oltre alla cucina, si dedicava con entusiasmo al giardinaggio, in particolare alla cura delle orchidee. “Amo curare le mie piante, le orchidee in particolare. E loro mi gratificano fiorendo e fiorendo e rifiorendo”, scriveva con soddisfazione.
Le sue letture preferite riflettevano una mente curiosa e sensibile. Tra i libri che citava spiccavano “Il profumo” di Patrick Süskind, “Il lupo della steppa” di Hermann Hesse, “Molto forte, incredibilmente vicino” di Jonathan Safran Foer e “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano.
Uno degli aspetti più affascinanti della personalità di Valentina Tomada era la sua capacità di autoanalisi, sempre accompagnata da una buona dose di ironia. Si descriveva come “Acquario con ascendente Scorpione”, attribuendosi caratteristiche contrastanti: “testa tra le nuvole e duemila progetti e interessi” ma anche “capace di incazzarsi e pungere chi la infastidiva”. Non nascondeva i suoi difetti, anzi li elencava con schiettezza: “casinista, incazzosa, insofferente”, aggiungendo di essere soprannominata “Entropia” o “Macchia d’olio”.
Questa autoironia emergeva anche nei suoi post sui social. Nell’ultimo messaggio pubblicato il 21 marzo, scriveva: “Non mi fate sentire la leonessa combattente e combattiva perché mi incazzo proprio…”. Una frase che sintetizza la sua personalità complessa e autentica, capace di affrontare la vita con un misto di grinta e leggerezza.
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