La Conferenza Episcopale Italiana ha approvato il documento finale del Cammino sinodale, un testo che segna una svolta significativa nell’atteggiamento della Chiesa verso le persone Lgbtq+. Nel documento, i vescovi chiedono che la Chiesa sostenga, con preghiera e riflessione, le giornate promosse dalla società civile contro ogni forma di violenza e discriminazione, comprese quelle dedicate a contrastare l’omofobia e la transfobia.
Il testo sottolinea l’importanza di superare “l’atteggiamento discriminatorio a volte diffuso negli ambienti ecclesiali e nella società” e invita le comunità locali a “promuovere il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender, così come dei loro genitori, che già appartengono alla comunità cristiana”. Si propone inoltre di creare percorsi di integrazione pastorale per quanti si trovano in situazioni affettive o familiari diverse dal matrimonio sacramentale, come seconde unioni, convivenze di fatto o unioni civili.
Il documento, composto da circa settantacinque proposte, è il risultato del percorso del Cammino sinodale avviato nel 2021 e concluso nel 2025. Al centro vi è il tema della sinodalità, intesa come stile di ascolto, partecipazione e corresponsabilità nella vita ecclesiale.
Il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, nel suo intervento di chiusura, ha dichiarato: “Una volta che oggi questa Assemblea sinodale ha congedato il testo con il suo voto, è ora compito dei Pastori assumere tutto, individuare priorità, coinvolgere forze vecchie e nuove per dare corpo alle parole. Collegialità e sinodalità”.
Zuppi ha ricordato come, nella seconda Assemblea sinodale dello scorso aprile, il documento fosse stato respinto, e che la decisione di spostare la tradizionale assemblea di maggio a ottobre sia nata proprio dall’esigenza di migliorarlo. “Spostare l’Assemblea Generale è stato un modo per coinvolgersi sino in fondo in una fatica della Chiesa. E così abbiamo trasformato una sosta inattesa nel cammino in un’opportunità per ripartire insieme con nuovo slancio”, ha spiegato.
Nel testo si evidenzia anche la necessità di creare percorsi di accompagnamento spirituale per le persone che si sentono ai margini della vita ecclesiale e sacramentale, incoraggiando l’integrazione nella pastorale ordinaria. I vescovi chiedono inoltre di promuovere iniziative concrete per la tutela delle vittime di ogni forma di violenza, inclusa quella di genere, e per favorire una cultura della pace e del dialogo.
Un altro passaggio importante è dedicato al riconoscimento del ruolo delle donne nella Chiesa, chiamate a partecipare con maggiore responsabilità ai processi decisionali e ai percorsi formativi. La Chiesa italiana, si legge nel testo, deve essere “lievito di pace e di speranza in un tempo segnato da conflitti e disuguaglianze”, attraverso una testimonianza coerente con i principi evangelici.
Durante la chiusura dei lavori, Zuppi ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla stesura del documento, sottolineando la fatica e l’impegno collettivo: “Abbiamo trasformato una sosta inattesa nel cammino in un’opportunità per ripartire insieme con nuovo slancio”.
Il testo approvato è stato votato a larga maggioranza, con oltre settecento voti favorevoli su poco più di ottocento partecipanti. Il documento rappresenta ora la base su cui la Cei e le singole diocesi dovranno costruire nuove linee di pastorale, con l’obiettivo di tradurre in azioni concrete i principi di inclusione e accoglienza.
Nella parte conclusiva, i vescovi italiani rivolgono un messaggio a Papa Leone XIV, ricordando le parole pronunciate durante l’incontro con l’Episcopato italiano: “Andate avanti nell’unità specialmente pensando al Cammino sinodale. Restate uniti e non difendetevi dalle provocazioni dello Spirito. La sinodalità diventi mentalità, nel cuore, nei processi decisionali e nei modi di agire”.
Il documento ribadisce che la sinodalità non è soltanto un metodo di lavoro, ma un modo di essere della Chiesa, chiamata a camminare insieme e ad aprirsi a chi, per diversi motivi, si è sentito escluso. “Se il Cammino sinodale oggi è terminato, ci accompagnerà lo stile sinodale che ci spinge a realizzare nel tempo quello che abbiamo intuito, discusso, messo per iscritto e infine votato”, ha concluso Zuppi.



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