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Violenza shock su Milly, la cagnolina torturata: nessun giorno di carcere per il responsabile



Nel settembre 2022, gli ispettori della RSPCA WA si sono recati in una casa a Port Kennedy, nell’Australia Occidentale, dove hanno scoperto una situazione di grave maltrattamento ai danni di una cucciola di nome Milly, allora di appena quattro mesi. La cagnolina presentava numerose lesioni gravi, tra cui fratture multiple alle zampe e al bacino, un’emorragia oculare che l’aveva resa cieca da un occhio e i baffi bruciati. La gravità delle sue condizioni ha portato i veterinari a ricorrere all’eutanasia poco dopo il suo recupero.



L’uomo responsabile, un quarantenne residente nella stessa abitazione, è stato denunciato e sottoposto a processo. Tuttavia, nonostante la condanna per crudeltà sugli animali, non sconterà alcun giorno di carcere. Il caso ha sollevato indignazione tra gli attivisti per i diritti degli animali.

Gli ispettori della RSPCA WA hanno il compito di intervenire in situazioni sospette di maltrattamento animale, simile al lavoro delle Guardie zoofile in Italia. Quando sono entrati nella casa del quarantenne, hanno trovato Milly rannicchiata vicino a un divano, visibilmente impaurita e sofferente. Alla domanda sull’indole della cucciola, l’uomo ha risposto che spesso tentava di morderlo, attribuendo il comportamento al fatto di essere stata “schiaffeggiata” per aver sporcato in casa.

Nonostante il dolore evidente e la diffidenza iniziale, la cagnolina si è mostrata socievole con l’ispettore che l’ha trovata. Questo ha portato all’immediata decisione di portarla da un veterinario per valutare le sue condizioni. La visita ha rivelato un quadro clinico devastante: fratture al femore destro, alla testa femorale e alla zampa anteriore sinistra, oltre a una frattura al bacino. Le lesioni mostravano segni di essere state inflitte settimane prima. Inoltre, l’emorragia all’occhio destro era stata causata da un forte colpo.

Il danno fisico subito da Milly era così esteso che i medici hanno giudicato impossibile il recupero e hanno deciso di praticare l’eutanasia per porre fine alle sue sofferenze. La cagnolina è morta poco dopo essere stata salvata.

Il processo contro l’uomo responsabile è durato due anni e si è concluso con una condanna da parte del Tribunale di Rockingham ai sensi dell’Animal Welfare Act. Questa legge, approvata nel 2022, prevede pene che vanno da una multa minima di 2.000 dollari australiani fino a un massimo di 50.000 dollari e cinque anni di reclusione per chi si rende colpevole di crudeltà sugli animali.

Nonostante la gravità del caso e le sofferenze patite da Milly, il giudice Brian Mahon ha deciso di infliggere all’uomo una multa di 7.500 dollari australiani e il divieto di possedere animali per i prossimi cinque anni. Tuttavia, non è stata prevista alcuna pena detentiva per il quarantenne.

Il caso ha sollevato molte critiche riguardo alla discrezionalità con cui vengono applicate le pene previste dall’Animal Welfare Act. Gli attivisti per i diritti degli animali hanno espresso indignazione per la mancanza di una pena detentiva in un caso così grave di maltrattamento. La storia di Milly è diventata un simbolo della necessità di pene più severe per chi commette atti di crudeltà sugli animali.

La RSPCA WA continua a lavorare per garantire che episodi simili non si ripetano e per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del benessere animale.



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