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Weah turbato: “Ci hanno detto di andare da Trump, non avevamo alternativa. È stato surreale”



Il gruppo della Juventus, presente a Washington per il Mondiale per Club, è stato invitato nella Stanza Ovale alla Casa Bianca. L’incontro, però, ha preso una piega politica inaspettata: l’ex presidente Donald Trump ha sollevato questioni su Iran, Israele, diritti delle donne nello sport e partecipazione di atleti transgender, trasformando un evento simbolico in un momento di tensione  .



All’arrivo del team, tra giocatori e dirigenti – tra cui i due nazionali statunitensi Weston McKennie e Timothy Weah – si è respirato impaccio. Sguardi sorpresi e silenzi caratterizzano il ricordo dell’incontro, soprattutto quando Trump ha avanzato la domanda provocatoria: “Could a woman make your team?” – chiedendo se una donna potrebbe entrare nella squadra maschile  . Solo il dg Damien Comolli ha risposto con diplomazia, richiamando l’esistenza di una squadra femminile all’interno del club  .

Timothy Weah ha definito la visita “una sorpresa totale… non avevo scelta” e ha affermato che la discussione politica “è stata un po’ strana… io voglio solo giocare a calcio, amico” . Parole che descrivono un’umiliazione da parte del giocatore, percepito come estraneo a quel contesto.

Anche Weston McKennie, già critico nei confronti di Trump, non ha risparmiato commenti taglienti. Nel 2020, in un’intervista al tedesco Bild, aveva affermato che Trump “non è la persona giusta per il ruolo di presidente… lo considero ignorante, in realtà potrebbe anche essere definito razzista  . Un giudizio netto confermato dagli eventi odierni, che hanno rafforzato il disagio tra i giocatori.

Il siparietto politico non si è limitato alle questioni di genere: Trump ha discusso anche di Iran, Israele e ha menzionato firme autopen, intrecciando geopolitica e calcio in un contesto sorprendente per la delegazione bianconera  .

Fonti di The Athletic riportano che durante il briefing è stato impedito ai giornalisti di porre domande all’allenatore Igor Tudor su questi temi, per evitare deviazioni dall’agenda sportiva  . Il clima è stato descritto come surreale, con i cronisti che avrebbero evitato ulteriori imbarazzi.

Nonostante l’atmosfera contraddittoria, la Juventus ha poi brillato sul campo, battendo l’Al Ain per 5‑0 nel match d’esordio al Mondiale per Club  , mostrando grande concentrazione e unità di squadra.

In sintesi, la visita della Juventus alla Casa Bianca ha assunto toni inaspettati: un mix di diplomazia, tensione e politica ha caratterizzato una tappa che avrebbe dovuto essere puramente istituzionale. Le reazioni di Weah e McKennie raccontano un profondo disagio, emerso davanti alle domande su diritti e ruoli nel calcio maschile. Un episodio che difficilmente passerà inosservato, trasformando un evento sportivo in un momento di riflessione sul confine tra sport e politica.



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