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Montalto di Castro, la dinamica: come ha fatto il 17enne a morire sepolto sotto la sabbia



Un drammatico episodio si è verificato sulla spiaggia di Montalto di Castro, dove un giovane di 17 anni ha perso la vita a causa di un fenomeno noto negli Stati Uniti come “sand entrapment”, ovvero intrappolamento da sabbia. Il ragazzo stava scavando una buca, presumibilmente un tunnel di circa due metri, quando la sabbia accumulata lateralmente è improvvisamente crollata, seppellendolo. L’incidente ha avuto luogo sotto gli occhi della sua famiglia, che si trovava in spiaggia insieme a lui.



Secondo le prime ricostruzioni, il giovane avrebbe realizzato la buca manualmente, senza alcun supporto che potesse garantire la stabilità delle pareti. La sabbia, spinta dalla forza di gravità e da eventuali vibrazioni, è collassata verso il basso, riempiendo il vuoto e intrappolando il ragazzo sotto il suo peso. Le dinamiche esatte dell’accaduto sono ora al vaglio delle autorità: i carabinieri di Tuscania, sotto la supervisione della Procura della Repubblica di Civitavecchia, hanno aperto un’inchiesta contro ignoti per chiarire le cause del decesso. È stata inoltre disposta l’autopsia sulla salma.

Il fenomeno del “sand entrapment” è poco conosciuto ma estremamente pericoloso. Uno studio condotto dai ricercatori Bradley Maron e Barry Maron ha evidenziato che tra il 1990 e il 2006, negli Stati Uniti, le morti causate dal crollo di buche scavate nelle spiagge superavano quelle provocate dagli attacchi degli squali. In un’intervista alla NBC News, Bradley Maron della Harvard Medical School ha spiegato che “I crolli delle buche di sabbia avvengono con una rapidità spaventosa, le vittime vengono completamente sommerse dalla sabbia quando le pareti della buca crollano inaspettatamente, senza lasciare alcuna traccia della buca, per questo motivo è difficile che la persona intrappolata sotto la sabbia venga ritrovata”.

A dare l’allarme ai genitori del giovane è stato il fratellino di cinque anni, che stava giocando insieme a lui e agli altri fratelli. Quando i genitori si sono accorti dell’assenza del diciassettenne, hanno iniziato a cercarlo disperatamente. Il bambino ha indicato loro il punto in cui stavano giocando poco prima, dicendo: “È sotto la sabbia”. Immediatamente, i genitori hanno iniziato a scavare con l’aiuto di alcune persone presenti sulla spiaggia. Per circa quaranta minuti hanno cercato di raggiungere il ragazzo, ma purtroppo quando è stato estratto dalla buca non c’era più nulla da fare: era già deceduto.

Le autorità stanno ora cercando di determinare le cause precise della morte. L’ipotesi principale è che il giovane possa aver subito un trauma da schiacciamento e sia rimasto soffocato sotto il peso della sabbia. La Procura ha disposto accertamenti approfonditi per fare luce sull’accaduto e prevenire simili tragedie in futuro.

Questo episodio evidenzia i rischi legati alla pratica apparentemente innocua di scavare buche sulla spiaggia. La sabbia, infatti, può sembrare stabile ma è estremamente instabile quando viene spostata o accumulata lateralmente. Inoltre, il silenzio con cui avviene il crollo rende difficile accorgersi immediatamente del pericolo.



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