Un grave episodio di cronaca si è verificato nella notte tra il 16 e il 17 ottobre a Pomezia, nella località di Campo Ascolano, alle porte di Roma. Le automobili di Sigfrido Ranucci, noto giornalista Rai e conduttore della trasmissione d’inchiesta “Report”, e di sua figlia sono state distrutte da un’esplosione che le ha avvolte completamente nelle fiamme. Fortunatamente, non si registrano feriti.
La notizia è stata diffusa attraverso i canali social ufficiali della trasmissione “Report” poco dopo le 2 del mattino. Nei post si parla di «due ordigni» che hanno devastato le vetture parcheggiate davanti all’abitazione del giornalista. Un video pubblicato sui social mostra i resti carbonizzati delle auto, evidenziando la violenza dell’esplosione.
Secondo quanto riportato dalla trasmissione, «la deflagrazione avrebbe potuto uccidere». Nella nota si legge inoltre che «l’auto è saltata in aria, danneggiando anche l’altra macchina della famiglia e la casa vicina». Sul posto sono intervenuti i carabinieri, la Digos, i vigili del fuoco e la polizia scientifica per avviare le indagini. La Procura competente è stata immediatamente informata dell’accaduto, così come il Prefetto.
@momentidicasaBomba esplode e distrugge l’auto di Sigfrido Ranucci, giornalista Rai e conduttore di Report- “Usato almeno 1 kg di esplosivo”♬ suono originale – Momenti di famiglia
Sigfrido Ranucci, che dal 2021 vive sotto scorta a causa delle minacce ricevute per il suo lavoro giornalistico, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere della Sera. Visibilmente scosso, ha raccontato: «Mia figlia è passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell’esplosione. Avrebbero potuto ammazzare una persona, avrebbero potuto ammazzare mia figlia. Hanno usato almeno un chilo di esplosivo. C’è un clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti, negli ultimi mesi ho ricevuto varie minacce, tutte oggetto di denuncia».
Sigfrido Ranucci, 64 anni, conduce “Report” dal 2017 ed è una figura di spicco del giornalismo d’inchiesta italiano. La sua carriera in Rai è iniziata negli anni Novanta come inviato speciale, e nel corso degli anni ha realizzato numerosi reportage su temi delicati e controversi. La sua attività lo ha spesso portato al centro dell’attenzione mediatica e lo ha esposto a critiche e minacce.
L’episodio avvenuto a Campo Ascolano rappresenta un grave atto intimidatorio nei confronti del giornalista e della sua famiglia. Le autorità stanno lavorando per ricostruire la dinamica dei fatti e individuare i responsabili. Al momento, non sono emersi dettagli ufficiali sul tipo di esplosivo utilizzato né sulle motivazioni dietro l’attacco.
Il contesto in cui si inserisce questo evento è quello di un crescente clima di tensione attorno alla figura di Ranucci. Negli ultimi mesi, il giornalista ha denunciato più volte di essere stato oggetto di minacce e tentativi di delegittimazione. Non è chiaro se l’attacco sia direttamente collegato alle sue inchieste giornalistiche o ad altre vicende personali o professionali.
Le indagini proseguono con il massimo riserbo da parte delle forze dell’ordine e della magistratura. La Procura sta valutando tutte le ipotesi, compresa quella di un atto premeditato volto a colpire il giornalista per il suo lavoro. Nel frattempo, la solidarietà nei confronti di Sigfrido Ranucci si è diffusa rapidamente sui social media, con numerosi messaggi da parte di colleghi, politici e cittadini comuni.
L’episodio sottolinea ancora una volta i rischi che molti giornalisti affrontano nello svolgimento del loro lavoro, soprattutto quando si occupano di temi delicati o scomodi. La sicurezza di Ranucci e della sua famiglia rimane una priorità per le autorità, che continueranno a monitorare la situazione.



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