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Sceneggiata mancata e accuse folli: un orchestrale se la prende con Beatrice Venezi e parla di “clima da regime”



Il clima al Teatro La Fenice di Venezia è diventato teso e surreale a seguito delle recenti decisioni riguardanti la direzione musicale, in particolare dopo la nomina di Beatrice Venezi. Sono trascorsi quaranta giorni dalla controversa nomina, e i musicisti si trovano a fronteggiare una serie di insulti e accuse che hanno caratterizzato il dibattito pubblico. La situazione è ulteriormente aggravata dalle dichiarazioni di politici che, secondo i musicisti, non hanno argomentazioni valide e si limitano a creare confusione.



Un membro dell’orchestra ha descritto il clima attuale come “un vero e proprio regime”, evidenziando il divieto imposto dal sovrintendente di leggere un comunicato stampa prima del concerto diretto da Kent Nagano. Questo divieto ha suscitato indignazione tra i musicisti, che hanno deciso di protestare indossando bavagli e distribuendo volantini all’esterno del teatro. I motivi addotti per la decisione del sovrintendente sono stati descritti come una mera giustificazione per mantenere un’apparente normalità, senza considerare il diritto dei musicisti di esprimere il proprio dissenso.

La risposta del pubblico è stata sorprendente: molti spettatori hanno mostrato solidarietà nei confronti degli orchestrali, applaudendo e sostenendo la loro protesta. Durante il concerto, si sono levati cori di incoraggiamento come “Non mollate!!”, segno che il pubblico è dalla parte dei musicisti. Alcuni abbonati hanno addirittura creato volantini da distribuire tra il pubblico, dimostrando un forte senso di comunità e sostegno alla causa.

Il segretario provinciale della Fials, Marco Trentin, ha commentato la situazione, affermando che il divieto di lettura del comunicato fa parte di una strategia più ampia volta a intimidire i lavoratori del teatro. Trentin ha sottolineato che l’azione di volantinaggio è stata una risposta creativa a questa repressione. La tensione è ulteriormente aumentata quando il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha affermato che non sono gli orchestrali a decidere chi deve dirigere, creando un ulteriore contrasto tra la direzione del teatro e i musicisti.

In un’intervista, il sovrintendente Nicola Colabianchi ha spiegato che la decisione di vietare la lettura del comunicato non è stata presa per revocare un’autorizzazione, ma piuttosto per ristabilire un clima di rispetto e normalità durante i concerti. Secondo Colabianchi, dopo diverse letture dello stesso comunicato, era giunto il momento di evitare ulteriori dichiarazioni che potessero disturbare l’atmosfera del concerto. Ha dichiarato: “Riteniamo che gli spettatori, già abbondantemente informati, debbano poter assistere a un concerto in un’atmosfera serena, dedicata all’ascolto e alla condivisione artistica”.

La situazione ha sollevato interrogativi sulla gestione del Teatro La Fenice e sul rapporto tra la direzione e i musicisti. Molti si chiedono se ci sia un modo per risolvere le tensioni senza compromettere la qualità artistica e il diritto di espressione dei lavoratori. La protesta degli orchestrali, che hanno deciso di rispondere con l’arte e la musica, rappresenta un tentativo di mantenere viva la loro voce in un contesto che sembra sempre più ostile.

Il concerto diretto da Kent Nagano ha visto un’ampia partecipazione del pubblico, che ha reagito con entusiasmo e sostegno nei confronti degli orchestrali, creando un momento di unità e solidarietà. La situazione attuale potrebbe essere vista come un campanello d’allarme per la direzione del teatro, che dovrà affrontare le conseguenze delle sue decisioni e considerare il valore del dialogo e della collaborazione con i musicisti.

La lotta per la libertà di espressione e il diritto di protestare in modo pacifico continua a essere un tema centrale nel dibattito culturale e politico italiano. I musicisti del Teatro La Fenice hanno dimostrato che, nonostante le difficoltà, la loro passione per la musica e la loro determinazione a difendere i propri diritti rimangono intatte. La speranza è che attraverso il dialogo e il rispetto reciproco si possa trovare una soluzione a questa crisi e garantire un futuro migliore per tutti coloro che lavorano nel mondo della musica.



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