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Tirolo, bimbo di 3 anni muore di stenti: legato e torturato per mesi dai genitori, pesava 7 chili



Una coppia di giovani genitori, entrambi di 27 anni, è stata incriminata dalle autorità austriache per omicidio, sequestro di persona e tortura in relazione alla tragica morte del loro figlioletto di soli 3 anni. Il bambino, rinvenuto nel maggio dello scorso anno nella loro abitazione nel distretto di Kufstein, pesava soltanto 7 chilogrammi al momento del ritrovamento, segno di una grave malnutrizione e di abusi prolungati.



Secondo le accuse, i genitori avrebbero legato il bambino nudo in una stanza, sottoponendolo a torture fino a causarne il decesso per malnutrizione. Le indagini hanno rivelato che il piccolo è stato ripetutamente picchiato, legato e tenuto al buio, lasciato in una stanza per giorni senza cibo. Le violenze, che si sarebbero protratte per mesi, sono state documentate attraverso foto e video girati dagli stessi indagati e successivamente recuperati dalla polizia.

La procura di Innsbruck ha fornito dettagli inquietanti sullo stato psicologico dei genitori. Vivendo in condizioni economiche precarie, la coppia si sarebbe rinchiusa in un mondo distorto, attribuendo la responsabilità della loro situazione a un demone che, secondo loro, abitava nel corpo del figlio. Questo tema è emerso anche nei messaggi di chat analizzati dagli inquirenti, dove la madre e il padre discutevano frequentemente di questa convinzione. Durante gli interrogatori, entrambi hanno confermato le loro azioni, sostenendo che la presenza del demone giustificava le torture inflitte al bambino.

Dopo la scoperta del caso, è stata disposta una perizia psichiatrica per entrambi i genitori. Nonostante le gravi accuse, i risultati della valutazione hanno concluso che entrambi sono mentalmente capaci, sebbene presentino un disturbo sadico della personalità. Per la madre, è stato disposto anche il ricovero in un ospedale psichiatrico.

Le chat esaminate dai pubblici ministeri indicano che l’obiettivo dei genitori era quello di causare una morte dolorosa al figlio, documentando il tutto attraverso foto e video. L’atto d’accusa sottolinea che i due si sono incoraggiati a vicenda a “distruggere” il bambino, visto da loro come un demone. Durante le indagini, le tre sorelle maggiori del piccolo sono state trovate senza segni di violenza, ma sono state immediatamente allontanate dalla casa e affidate a un’altra famiglia per garantire la loro sicurezza.

Il caso ha suscitato un forte impatto emotivo e ha sollevato interrogativi sulle dinamiche familiari e sul sistema di protezione dei minori in Austria. L’agenzia per la protezione dell’infanzia ha avviato una revisione dei protocolli per assicurarsi che simili tragedie non si ripetano in futuro. Le autorità locali stanno ora esaminando come sia stato possibile che il bambino e le sue sorelle vivessero in tali condizioni, senza che nessuno intervenisse prima.

La comunità di Kufstein è rimasta scioccata dalla notizia, esprimendo solidarietà verso la memoria del piccolo e preoccupazione per le sorelle, che ora devono affrontare un futuro lontano dai genitori. Il caso ha sollevato anche un dibattito più ampio sulla salute mentale e sulla necessità di supporto per le famiglie in difficoltà, affinché situazioni simili possano essere prevenute.

In questo contesto, le autorità stanno lavorando per garantire che tutte le misure necessarie siano adottate per proteggere i bambini vulnerabili e per affrontare i problemi di salute mentale tra i genitori. La tragica storia di questo bambino ha messo in luce le sfide che molte famiglie affrontano e la necessità di un intervento tempestivo e adeguato da parte dei servizi sociali.



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