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“Mamma mi mette il dito nel sedere”, il racconto del bimbo ucciso a Trieste e la denuncia: il giudice archiviò



La morte del piccolo Giovanni, ucciso dalla madre a Muggia (Trieste) durante un incontro non protetto, solleva un interrogativo doloroso: si sarebbe potuta evitare?



La tragedia, avvenuta mercoledì scorso per mano della 55enne Olena Stasiuk – in passato seguita da un Centro di Salute Mentale e dai servizi sociali – riapre oggi molte domande, soprattutto da parte del padre del bambino. L’uomo si era infatti opposto a quegli incontri e aveva denunciato l’ex moglie dopo alcuni inquietanti racconti del figlio, che gli aveva riferito episodi di violenza fisica e comportamenti inappropriati.

Queste informazioni erano state incluse in una denuncia presentata nel 2023, poi archiviata dal giudice su richiesta della Procura di Trieste. Secondo quanto riportato da Il Piccolo, il padre aveva descritto due episodi avvenuti durante l’estate: nel primo, Giovanni aveva raccontato di essere stato afferrato con forza e di aver subito una stretta al collo; nel secondo, di un gesto doloroso compiuto dalla madre che aveva spinto l’uomo a portarlo in ospedale e a chiedere la sospensione degli incontri. Le accuse erano pesanti: maltrattamenti, lesioni aggravate e violenza sessuale sul minore.

La madre si era difesa sostenendo di aver controllato il bambino perché sospettava che fosse il padre ad aver commesso abusi. Il procedimento penale era però stato chiuso, ritenuto parte del clima conflittuale legato alla causa di affidamento. La Procura aveva ritenuto insufficienti gli elementi a carico della donna, sottolineando che i racconti del minore erano stati raccolti in presenza del padre e che i segni evidenziati in ospedale non indicavano necessariamente maltrattamenti.

Successive valutazioni avevano poi portato al ripristino degli incontri non protetti, nonostante lo stesso Giovanni, interrogato, avesse espresso dubbi dicendo: “Non so se è una buona idea”. L’avvocato del padre ha definito quanto accaduto “una tragedia annunciata”, attribuendo il dramma al fallimento del sistema che avrebbe dovuto proteggere il bambino.



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