La situazione politica italiana si complica ulteriormente con le dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che ha manifestato una chiara divergenza rispetto alla politica estera stabilita dal suo stesso governo. Questo comportamento ha destato preoccupazione tra i governi alleati, i quali si interrogano su come un esponente di alto livello possa permettersi di discostarsi così apertamente dalla linea ufficiale, senza che il primo ministro Giorgia Meloni intervenga.
I diplomatici italiani si trovano a dover giustificare questa apparente incoerenza, sottolineando che all’interno della maggioranza, composta per la maggior parte da partiti populisti, la ricerca del consenso e l’attenzione ai sondaggi possono prevalere su impegni internazionali, come il sostegno militare all’Ucraina. La prossima tornata elettorale, che coinvolgerà tre regioni, ha intensificato questa corsa al consenso, con la Lega e Forza Italia in competizione serrata e una sfida interna tra Fratelli d’Italia e Lega in Veneto.
In questo contesto, le recenti tensioni all’interno della maggioranza sembrano amplificate, ma non necessariamente rappresentano un cambiamento radicale. Un elemento significativo da notare è l’assenza di Volodymyr Zelensky durante il suo tour europeo, che non prevede tappe in Italia. Dopo aver visitato Atene, Parigi e Madrid, il presidente ucraino non ha incluso Roma nel suo itinerario, come confermato da fonti dell’ambasciata ucraina nella capitale. Nonostante i contatti frequenti tra Zelensky e Meloni, l’assenza di un incontro ufficiale in questo momento critico è particolarmente significativa.
Il presidente ucraino si sta concentrando su paesi che possono offrirgli supporto concreto. La Grecia ha promesso gas acquistato dagli Stati Uniti, la Francia ha proposto armi e Emmanuel Macron ha manifestato la volontà di svincolarsi dagli acquisti di equipaggiamenti americani, mentre la Spagna sta per ufficializzare la sua adesione a un meccanismo per acquistare pacchetti militari da 500 milioni di dollari da Washington, da trasferire poi all’Ucraina. La posizione dell’Italia, al contrario, appare meno chiara.
Salvini ha utilizzato la questione della corruzione in Ucraina come argomento per giustificare una pausa nei finanziamenti, affermando: “Non vorrei che i nostri soldi andassero ai corrotti”. Questa posizione ha suscitato malcontento tra i membri del governo, incluso il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha risposto alle affermazioni di Salvini. Tuttavia, la Lega sembra determinata a mantenere questa linea, con l’ex sottosegretario Stefano Candiani che ha dichiarato: “La corruzione in Ucraina non si scopre oggi. Ci sono già stati scandali. Ormai è chiaro che quella classe dirigente andrà rinnovata”.
Le tensioni riguardanti la partecipazione italiana al programma Purl della NATO, che prevede forniture di equipaggiamenti per l’Ucraina, sono al centro delle preoccupazioni di Meloni e rappresentano un punto di scontro tra Salvini e Crosetto. Il governo, tuttavia, non ha ancora preso una posizione definitiva, il che ha creato confusione tra i diplomatici a Washington, Bruxelles e Kiev.
Per comprendere appieno le difficoltà italiane, è utile tornare al 3 novembre, quando Zelensky ha incontrato una delegazione di rappresentanti permanenti alla NATO, guidata dall’ambasciatore statunitense Matthew Whitaker. In quell’occasione, l’ambasciatore italiano Alessandro Azzoni era presente, avendo assunto l’incarico solo di recente. Dopo l’incontro, un comunicato ha evidenziato come Zelensky abbia ringraziato vari paesi per il loro supporto, menzionando in particolare la Germania per i sistemi Patriot e gli Stati Uniti per il programma Purl, senza fare riferimento all’Italia.
La visita di Zelensky a Parigi ha visto il presidente ucraino arrivare all’aeroporto militare di Villacoublay, dove è stato accolto da Macron. Durante il colloquio, i due leader hanno discusso delle necessità militari di Kiev, con particolare attenzione alla cooperazione tra le industrie della difesa dei due paesi. Zelensky ha già firmato una lettera di intenti per l’acquisizione di aerei da combattimento svedesi Gripen e si attende che la Francia presenti l’aereo Rafale, oltre a sistemi di droni e il nuovo sistema di difesa aerea SAMP-T.



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